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ANS: ITALIA, LO STATO DELL'ARTE

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Il 2 novembre con un attesissimo scontro tra titani a Twickenham che metterà di fronte Inghilterra ed All Blacks, partono le Autumn Nations Series. Per l'Italia gli ostacoli Argentina, Georgia e Nuova Zelanda.

Il 9 novembre contro l'Argentina il primo confronto dai tanti significati per gli Azzurri che tornano, a distanza di quindici anni, dopo l'allora sfida ai campioni del mondo in carica del Sudafrica, a calcare il terreno di gioco dello Stadio Friuli di Udine, ora rinominato Bluenergy Stadium, e che sarà tra gli impianti utilizzati fino al 2026 dall'Italia nelle finestre autunnali, dopo l'accordo con l'Udinese Calcio.

Tra i motivi d'interesse da prendere in considerazione, la prima uscita ufficiale a livello internazionale del nuovo presidente federale, Andrea Duodo, eletto a maggioranza nell'assemblea di Bologna, ma anche il primo confronto da avversario contro i "suoi" Pumas del commissario tecnico Gonzalo Quesada, 39 caps come mediano di apertura degli albiceleste.

Qui, debutterà a livello maschile (per il femminile la vedremo già nel WXV) la nuova maglia dell'Italrugby: un omaggio all’arte rinascimentale, ad uno dei suoi massimi esponenti, Michelangelo Buonarroti, ma anche al senso di appartenenza ad una nazione e alle parole dell’inno che la rappresentano. Sport e arte fusi assieme, insomma, per esaltare l’italianità e le sue eccellenze.

Otto giorni dopo, il 17 novembre, altra sfida tutta da seguire e difficile da decifrare, ma ancora una volta con tanto orgoglio da mettere in campo.

Teatro sarà stavolta lo Stadio Luigi Ferraris di Genova e avversario di turno la Georgia, che arriverà in Liguria con l'intenzione di rimpinguare ulteriormente le proprie credenziali di un lasciapassare sui grandi palcoscenici internazionali, mentre l'Italia dovrà provare a rifarsi della sconfitta patita nel luglio 2022 contro i Lelos a Batumi, sulle sponde del Mar Nero.

Anche in questo caso, un accordo triennale con il Comune di Genova, vedrà l'impianto di Marassi ricavarsi un nuovo posto di rilievo per la palla ovale italiana, dove il primo match si disputò addirittura nel 1935 contro la Catalogna, e che torna ad ospitare un match di grande livello nell'anno in cui il capoluogo è stato indicato quale Capitale europea dello sport.

Difficile in questa occasione rivedere in campo l'ala genovese Pierre Bruno, che l'ultima volta nell'impianto di casa della "sua" Sampdoria e nella città natale, al termine della sconfitta contro gli Springboks, chiese alla fidanzata Jessica di sposarlo inginocchiandosi proprio sul manto verde del Ferraris. L'ala è passata in estate dalle Zebre in URC al Valorugby di Reggio Emilia nel campionato italiano e difficilmente potrà trovare nuovi spazi in nazionale.

Grande chiusura il 23 novembre per l'attesissimo match contro gli All Blacks, diciottesimo scontro diretto contro i tre volte campioni del mondo, sinora mai sconfitti da Michele Lamaro e compagni.

Anche qui una grande vetrina con la palla ovale che torna a Torino, ma che debutterà per la prima volta in assoluto in uno Juventus Stadium che si preannuncia tutto esaurito e che già nelle ultime settimane ha visto una corsa spasmodica alla ricerca dei tagliandi d'ingresso nello stadio del club bianconero.

Tre incontri che si preannunciano subito come un vero e proprio banco di prova per la difesa, passata dopo anni dalla gestione di Marius Goosen, a quella di Richard Hodges.

Come arriverà l'Italia a questi appuntamenti?

Forte innanzitutto del suo miglior Sei Nazioni della storia (due vittorie, un pareggio, due sconfitte), della miglior meta marcata da Lorenzo Pani - purtroppo fuori dal campo nell'ultimo periodo causa infortunio - e del miglior giocatore del torneo, Tommaso Menoncello.

Ottava nel ranking mondiale World Rugby, la nazionale azzurra è reduce da un tour probante a luglio nel Pacifico, con una sconfitta all'esordio contro Samoa (33-25) e due vittorie contro Tonga (14-36) e il Giappone di Eddie Jones (14-42).

Difficile pensare che Gonzalo Quesada, alla sua seconda stagione alla guida del XV del Bel Paese, voglia rivoluzionare la squadra e portare scelte esageratamente coraggiose.

Si ripartirà quasi sicuramente dal blocco già visto nell'ultimo Championship con qualche innesto e defezione qua e là.

Per sopperire proprio all'assenza di Pani, contro Samoa ha debuttato Matt Gallagher, arrivato in estate a Treviso da Bath.

L'inglese di nascita, ex tra le altre di Saracens (con cui ha vinto una Premiership) e Munster, già nazionale giovanile con la rosa sul petto con tanto di mondiale under 20 vinto nel 2016, ha offerto un'alternativa all'elettrico Ange Capuozzo e consentito una maggiore possibilità di visione al piede essendo, anche lui come Pani, mancino.

Il classe 1996 che ha firmato un contratto con il Benetton fino al 2027, è qualificato come italiano grazie al ramo materno della famiglia, mentre il padre è la leggenda degli All Blacks, John, campione del mondo nella terra della grande nuvola bianca nel 1987.

Si preannuncia un interessante derby in chiusura di Series sotto la Mole antonelliana per lui.

Da un figlio d'arte ad un altro. Scontata la conferma all'ala di Louis Lynagh, che venerdì scorso ha esordito con tanto di meta contro gli ex Harlequins a Monigo davanti al suo nuovo pubblico con la maglia biancoverde.

Dietro, sempre per sopperire all'assenza di Pani, richiamato pure Jacopo Trulla, ma le scelte per Quesada si faranno difficili con la possibilità di vedere per la prima volta il giovane Francois Mey, già punto fermo della nazionale giovanile e altro figlio d'arte, ora in forza a Clermont e già selezionato ma tagliato all'ultimo, non senza un pizzico di sfortuna, in un paio di occasioni dalla nazionale maggiore.

E non va dimenticato nemmeno il possibile ritorno come ala o centro di Paolo Odogwu. L'ex Wasps e Stade Francais è tornato a sua volta in campo nel match amichevole tra Treviso ed Harlequins a distanza di quasi nove mesi dalla rottura del tendine d'achille nella sfida tutta nostrana con le Zebre.

Davanti, poi, più che probabile la conferma di Ross Vintcent, che sta continuando a stupire nella pre-season con la maglia di Exeter.

Quali altri possibili outsider per un posto nel gruppo dei convocati?

Ci sarà da valutare intanto se una seconda possibilità verrà data al tallonatore di Castres Loris Zarantonello, chiamato per il tour nel Pacifico ma non particolarmente brillante all'esordio con Samoa, che dovrà vedersela con la concorrenza dei freschi transalpini Giacomo Nicotera (Stade Francais) e Gianmarco Lucchesi (Tolone), ma anche con la voglia di rivalsa di Marco Manfredi, a sua volta passato da Parma a Treviso in estate.

Da oltralpe, l'altro nome atteso è quello del giovane terza linea David Odiase dell'Oyonnax, già visto a sua volta nel Sei Nazioni under 20, con tanta fisicità, ma soprattutto carattere e leadership da vendere.

Lui e il pilone Muhamed Hasa, altro nome nei radar dello staff di Quesada, sono stati tra gli ultimi tagli prima della partenza verso Auckland per preparare gli scontri estivi, ma per un posto in prima linea si candidano pure il compagno dell'italoalbanese alle Zebre, Matteo Nocera, e il pilone del Benetton Riccardo Genovese, anch'egli già ammirato in under 20, così come il capitano della spedizione che, con alla guida Massimo Brunello, espugnò Monigo contro l'Inghilterra per 6-0, Giacomo Ferrari, possibile novità in terza linea.

Nello stesso reparto, non è un mistero nello stivale la grande crescita tra Mogliano e Treviso, di Giulio Marini, nome di prospetto e sicuro interesse per il futuro, mentre dietro potrebbe far gola il centro biancoverde Filippo Drago.

Quello che ad oggi rimane certo è che saranno tre settimane di grande rugby per i tanti appassionati italiani, che potranno godersi alcune delle partite più emozionanti a livello internazionale tra Udine, Genova e Torino.

E chi non potrà recarsi allo stadio, potrà comunque seguire queste ed altri grandi sfide delle Autumn Nations Series grazie alla copertura televisiva di Sky Sport Italia.