Ecco alcune delle statistiche ufficiali principali, fornite da Sage, che ci consentono di guardare come sono andate le battaglie tattiche negli incontri principali del weekend.
Irlanda-Nuova Zelanda 13-23
Gli All Blacks hanno dimostrato il loro coraggio con una vittoria netta di 10 punti contro l'Irlanda venerdì sera a Dublino.
L'Irlanda solitamente può contare su un attacco fluido e letale sin dai primi minuti. Gli uomini di Andy Farrell, tuttavia, sono riusciti in un solo break, eguagliando il loro dato minore di sempre sotto la guida dell'ex centro dei Saracens (in una vittoria poco spettacolare contro l'Australia due anni fa).
Anche nel breakdown non sono mancati gli errori. Normalmente un punto di forza dell'Irlanda, hanno avuto un successo percentuale nelle ruck del 92%, insolitamente basso e la loro prova peggiore dal 91% contro il Galles nel 2020.
La disciplina si è rivelata decisiva. L'Irlanda ha concesso 13 punizioni contro le 5 della Nuova Zelanda. Gli All Blacks hanno potuto capitalizzare al meglio questo vantaggio, segnando 6 piazzati - il numero più alto per loro dopo il secondo test del 2017 contro i British and Irish Lions. Chiudendo poi la pratica con la meta di Will Jordan nei momenti finali.
Il mediano di apertura Damian McKenzie si è dimostrato ancora una volta in buona forma dalla piazzola, trasformando 6 piazzati su 7, consentendo ai suoi di rimanere avanti nel punteggio fino alla marcatura di Jordan che ha sancito il colpo di grazia al 70'.
Paragonando il dato alle percentuali di successo al piede della scorsa settimana (58%), questa giornata doveva essere ben più semplice per McKenzie, che è riuscito ad avere una media dell'82%, segnando 18 punti rispetto agli attesi 17,3.
Inghilterra-Australia 37-42
L'Inghilterra continua a far fatica nel trasformare sconfitte di misura in vittorie sotto la guida di Steve Borthwick e ora è arrivata la quarta sconfitta consecutiva, la striscia peggiore dal 2018.
L'Inghilterra è sempre stata avanti in questi quattro match all'ora di gioco per poi essere immancabilmente lasciati al palo dagli avversari.
Una battaglia dai punteggi altissimi all'Allianz Stadium, nell'insieme marcati 79 punti, ma l'Inghilterra ne ha concessi 42 cruciali, il secondo numero più alto di una formazione avversaria a Twickenham. Soltanto la Francia (53) ne ha segnati di più nel Guinness Sei Nazioni 2023.
L'attacco australiano è sembrato poter fare ciò che voleva del nuovo sistema difensivo di Joe El-Abd, facendo registrare 13 break, il numero più alto fatto contro l'Inghilterra da quando il dato viene memorizzato.
I Wallabies hanno anche avuto la meglio di 36 difensori e il pilone Angus Bell è stato in cima alla gruadatoria con 9 - il dato più alto per un pilone di prima fascia da quando viene registrato -, portando anche avanti 14 palloni in 71'.
L'esordiente Joseph Aukuso-Sua’ali’i, 21 anni, ha fatto la parte del padrone. L'ex stella del NRL ha dimostrato tutte le sue qualità come secondo centro, nel suo primo incontro a quindici da quando era uno studente. Per lui un totale di 4 offload, il numero più alto di tutte le partite del weekend.
Italia-Argentina 18-50
I Pumas hanno dominato contro l'Italia ad Udine, portando ora la scia di successi consecutivi sugli Azzurri a quota 9, ma soprattutto mettendo in evidenza una prova in controllo, marcando 50 punti e il maggior numero di mete marcate contro il XV di casa.
Gli ospiti hanno alzato il livello nella ripresa, segnando cinque mete e concedendone soltanto una. Nei secondi tempi, quest'anno, l'Argentina ha marcato in totale 24 mete, il numero più alto tra le nazioni Tier 1 assieme alla Scozia, con una media di 2,4 a partita.
Nonostante la sconfitta pesante, l'Italia ha fatto vedere buone potenzialità in attacco, battendo 35 difensori, contro i 38 degli argentini - una statistica che, tuttavia, non renderà di certo entusiasti i rispettivi tecnici della difesa. Si tratta soltanto della seconda volta nella storia nei match tra nazioni di primo livello che entrambe le formazioni passano quota 35 in una singola partita (l'unico precedente nel pareggio del 2019 tra Inghilterra e Scozia).
L'estremo argentino Juan Cruz Mallia è stato il migliore nelle statistiche offensive nel fine settimana con 18 carries per 170 metri totali e con 3 difensori battuti.
Francia-Giappone 52-12
L'unica formazione europea vincente è stata la Francia, che nel match d'esordio alle Autumn Nations Series ha avuto nettamente la meglio del Giappone.
Fondamentale si è rivelata l'efficienza, dato che la Francia ha capitalizzato al massimo i propri sforzi offensivi, nonostante un numero inferiore di palloni portati (137 contro i 167 del Giappone) e con metri complessivi percorsi (900 contro 1224), riuscendo a trasformare in oro le occasioni avute. Nei 13 break, 1,6 in media sono risultati alla fine in una marcatura. Les Bleus sono stati anche molto cinici nei momenti in cui si sono presentati in zona rossa all'interno dei ventidue nipponici, mettendo insieme una media di 3,7 punti per visita (14).
Il rientrante mediano di mischia Antoine Dupont ha orchestrato l'attacco in maniera magistrale nel suo primo test match degli ultimi dodici mesi, con due assist per meta e creando sei break della linea - appena un filo sotto al record.
Difensivamente, i "Galletti" sono stati altrettanto costanti, con un totale di 234 placcaggi contro i 94 del Giappone e soprattutto mancandone soltanto 28, con una percentuale di successo del 88%. Da quando il dato viene registrato, la Francia soltanto in un paio di occasioni ha effettuato più placcaggi a livello internazionale.
Galles-Figi 19-24
Le Figi hanno potuto festeggiare il loro sessantesimo anniversario del loro primo tour di sempre a Cardiff con la loro prima vittoria contro il Galles al Principality Stadium.
Nonostante nel primo tempo siano rimasti anche in 13 uomini, il mediano di apertura Caleb Muntz è riuscito a marcare una straordinaria meta solitaria per dare il via alla rimonta ospite.
Il suo momento di gloria è arrivato quando i padroni casa erano avanti di 11 punti e sembravano in grado di gestire al meglio l'incontro, con percentuali di successo che in quel momento erano arrivate a toccare il 94%. Per il resto della frazione, tuttavia, gli isolani sono riusciti a non far più marcare il Galles, effettuando poi il sorpasso ad inizio ripresa.
L'attacco bianconero ha fatto sfigurare i dragoni, con oltre 100 metri in più nei carries (807 contro 638) e doppiandoli nei break (7 a 3), battendo anche un numero maggiore di difensori.
A fare la differenza è stato lo stesso Muntz. Il giovane mediano di apertura si è dimostrato un'autentica spina nel fianco gallese, mettendo tra i pali cinque calci su sei con una percentuale di successo per le condizioni di partenza stimata attorno al 74%. Ha così potuto mantenere la squadra sempre in partita aggiornando costantemente il tabellone del punteggio. Ha anche portato avanti 10 palloni per un totale di 125 metri: il solo Vuate Karawalevu ha fatto meglio nella partita (127 metri).
Scozia-Sudafrica 15-32
La Scozia le ha provate tutte nel match di chiusura contro i campioni del mondo, dimostrato il solito spirito combattivo, ma senza riuscire tuttavia a capitalizzare opportunità cruciali, con un totale di 17 errori di handling. Nonostante siano riusciti ad entrare per sei volte nei ventidue ospiti, gli highlanders sono riusciti a marcare soltanto 6 punti - in media uno ad azione.
Gli uomini di Townsend si sono dimostrati pericolosi palla in mano, battendo 26 difensori contro i 17 sudafricani, ma l'efficiacia degli Sprinboks è stata letale, trasformando in punti nove ingressi in zona rossa con una media di 3,2 ad ingresso, mettendo insieme una classica prova di potenza spietata e creatività per arrivare alla terra promessa.
L'accuratezza nei calci da parte di Handré Pollard e Willie Le Roux ha dato il la a due mete, mettendo in mostra le capacità qualitative degli Springboks e la loro forza.
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