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LA BESTIA NERA IRLANDESE

IRE v NZ
Gli All Blacks si confermano avversario di rango per i numeri uno al mondo, vincendo all'Aviva Stadium di Dublino per 13-23 grazie ai calci di McKenzie e ad una meta di Jordan

Il tono della serata viene subito messo in chiaro da una versione da pelle d'oca di Ireland's Call, l'inno dei padroni di casa cantato all'unisono da 51mila tifosi pronti a guardare da vicino uno dei match dalle rivalità più accese nel panorama della palla ovale mondiale.

E se mai ci fosse stato bisogno di versare ulteriore benzina sul fuoco, ecco arrivare la haka degli All Blacks, guidata per la prima volta da Rieko Ioane - al centro di un duro scontro con Johnny Sexton nell'ultima sfida tra le due formazioni, il quarto di finale vinto di strettissima misura dalla Nuova Zelanda alla Coppa del Mondo 2023 -, e con l'Irlanda che sul finale avanza determinata ad accettare la sfida.

I tifosi di casa si esaltano sin da subito quando il pilone Andrew Porter carica un calcio ospite, forzando poi l'in avanti neozelandese e lanciando in aria verso gli spalti un boato fragoroso.

Dopo sei minuti iniziali relativamente tranquilli, la Nuova Zelanda subisce la pressione sulle palle alte e concede un calcio di punizione per ostruzione proprio davanti ai pali. L'apertura irlandese Jack Crowley si fa avanti e realizza da appena fuori dai ventidue i primi tre punti dell'incontro.

Dopo un buon break da parte del mediano di mischia Cortez Ratima, è stavolta l'Irlanda a subire la pressione e a dover concedere un calcio piazzabile che consente a Damian McKenzie di riequilibrare il match dopo che sono trascorsi soltanto 10' sul cronometro.

La sfida vive di altissima intensità e di tentativi di attacco da parte neozelandese, che provano a grippare gli ingranaggi di una solidissima difesa irlandese che riesce ogni volta a togliere ritmo e a rallentare le folate avversarie.

Gli All Blacks provano a sfruttare un calcio di punizione da metà campo per andare verso la rimessa laterale. Serie di fasi e nuova penalità in arrivo per un fallo commesso da Jamison Gibson-Park, con Bundee Aki e James Lowe uno dei tre neozelandesi in campo con la maglia verde dell'Irlanda. Invece che optare per i 3 punti, la Nuova Zelanda va di nuovo per l'angolo, ottenendo una touche ad una decina di metri dalla linea di meta dei padroni di casa, con il lancio di Asafo Aumua che, però, viene giudicato storto dall'arbitro Nic Berry.

Dopo la rimessa laterale, gli All Blacks mettono allora nel mirino la mischia irlandese, che inizia a mostrare segnali di cedimento sotto la spinta neozelandese, portando ad un calcio libero battuto velocemente da Ardie Savea. Trovandosi sul piede arretrante, l'Irlanda concede un nuovo calcio piazzato per un placcaggio alto e stavolta McKenzie va per i tre punti, dando il primo vantaggio agli ospiti al 28'.

Copione che varia di nuovo al 35' quando un altro fallo del XV dell'isola di smeraldo - palla non liberata abbastanza velocemente in ruck - viene mandato ancora in touche nei ventidue dalla Nuova Zelanda. Pressione offensiva notevole ed ennesimo fallo irlandese, con tanto di richiamo arbitrale per le troppe infrazioni commesse nei confronti di capitan Caelan Doris.

Da una posizione simile a quella precedente, McKenzie si conferma in serata di grazia portando i suoi sul 9-3 a 2' dalla fine della prima frazione di gioco.

Con appena sessanta secondi da disputare, l'Irlanda prova il tutto per tutto per accorciare il divario. Bundee Aki rompe la linea e trova il sostegno del compagno di reparto Garry Ringrose, che guadagna metri prima di venire fermato da Jordie Barrett. Le urla dell'Aviva Stadium sottolineano un placcaggio alto, l'azione viene interrotta e la revisione al TMO conferma l'azione fallosa determinando l'ammonizione del centro, ironia della sorte, grande acquisto estivo della formazione di Dublino del Leinster.

Crowley si incarica ancora una volta del conseguente calcio piazzato, riducendo la distanza a soli 3 punti e mandando le squadre negli spogliatoi con la Nuova Zelanda avanti nel punteggio per 6-9.

Ripresa che inizia con l'Irlanda che prova subito a rimettersi in carreggiata, trovando un calcio di punizione che Crowley decide stavolta di spedire in rimessa laterale ai cinque metri.

La Nuova Zelanda riesce a sporcare il possesso e l'ex capitano Sam Cane recupera l'ovale, prima però di essere costretto all'auto-meta da quattro irlandesi agguerriti, con successiva mischia ai cinque metri per gli uomini di Andy Farrell.

Il pacchetto di casa sale in cattedra, partenza folgorante di capitan Caelan Doris e poi serie di fasi - marchio di fabbrica del rugby irlandese - a portare avanti palla, prima del cambio d'angolo di Josh van der Flier, abile nel trovare la linea per la prima meta della serata, che rimette avanti a quota 13 punti l'Irlanda.

La Nuova Zelanda continua, comunque, a dimostrare una buona attitudine e ottiene un nuovo calcio di punizione per un tenuto. McKenzie preferisce andare per la sicurezza dei pali, nonostante la distanza di 45 metri e un angolo non del tutto ottimale. La palla addirittura cade dal sostegno appena prima dell'inizio della rincorsa, il che consente all'apertura in maglia nera di risistemarla e ripartire con estrema freddezza e appena 14'' rimasti, riuscendo tuttavia a fare la barba al palo per riportare gli ospiti a -1.

Dopo una lunga girandola di sostituzioni, con la stanchezza che inizia a farsi sentire e chiusa l'ora di gioco, è di nuovo McKenzie a salire in cattedra in due occasioni e a rimettere avanti gli All Blacks, prima della ciliegina sulla torta.

Dopo aver fallito un'occasione al 55', McKenzie si fa perdonare con un calcio piazzato da lunga distanza e poi nuovamente sfruttando al meglio l'indisciplina irlandese nel breakdown.

La Nuova Zelanda si sente a quel punto più sicura e inizia a far vedere sprazzi di marea nera. Possesso mantenuto per diverse fasi, allargando da una parte all'altra del campo le maglie della difesa irlandese, costretta sul due contro uno di destra ad un sforzo estremo per fermare l'eroe di sabato scorso all'Allianz Stadium Mark Tele'a.

Gli All Blacks cambiano il senso ma non passano nemmeno per un raggruppamento, facendo viaggiare l'ovale a tutta velocità al largo, dove Will Jordan trova lo spazio giusto per mettere in movimento le gambe, marcando la prima meta ospite della serata, sua seconda nelle Autumn Nations Series e soprattutto trentasettesima con gli All Blacks, statistica che gli consente di raggiungere nella speciale classifica dei metamen neozelandesi la leggenda Jonah Lomu.

McKenzie fallisce la trasformazione da posizione angolata, ma il risultato di 13-23 non cambierà più fino al fischio conclusivo.

Lo stesso Damian McKenzie si prende il riconoscimento di Player of the Match dopo una buona prova in controllo e di grande accuratezza, in cui non ha minimamente fatto sentire l'assenza dell'infortunato Beaduen Barrett, marcando 18 punti totali.

L'ossessiva e spasmodica ricerca di rivincita dell'Irlanda, dopo la sconfitta nella Rugby World Cup transalpina dello scorso anno, deve necessariamente continuare, mentre per la Nuova Zelanda aumenta la fiducia in vista della prossima sfida delle Autumn Nations Series a Parigi sabato 16 contro la Francia.