Non è mancata un po' di sofferenza all'Aviva Stadium per i padroni di casa. Avanti 22-9 a fine primo tempo grazie alle mete in avvio di Jack Crowley e Mack Hansen e poi a quella di Joe McCarthy dopo la mezz'ora.
Ad inizio ripresa, la reazione dei Pumas portava alla meta di Juan Cruz Mallia - la seconda per lui nella finestra di novembre dopo quella di Udine contro l'Italia -, trasformata da Tomas Albornoz (tutti suoi i punti della prima frazione di gioco), che con un calcio al 50' metteva la nazionale albiceleste a distanza di appena un piazzato dagli uomini in verde, che tuttavia riuscivano a resistere e a mantenere il divario quasi minimo per i restanti trenta minuti, chiudendo l'incontro avanti 22-19.
L'indizio che la partita si sarebbe giocata su ritmi frenetici arrivava quasi subito, con una doppia carica sull'Argentina da parte dei giocatori dell'isola di smeraldo.
Tutto il cinismo irlandese, a maggior ragione dopo la sconfitta contro la Nuova Zelanda, emergeva in seguito ad un cartellino giallo comminato a Matias Moroni per un fallo su Jack Crowley (che portava anche all'annullamento di una meta per gli ospiti), con un totale di 12 punti marcati. Due mete in pochissimo tempo, realizzate dallo stesso Crowley, bravo a trovare un varco nella difesa argentina e ad esplorarlo, e poi con un'ottima combinazione centrale tra Robbie Henshaw e Garry Ringrose che per poco non mandava quest'ultimo oltre la linea. Nonostante il disperato salvataggio argentino, l'Irlanda riusciva comunque a riorganizzarsi e a trovare la giocata al largo per la marcatura di Mack Hansen.
I Pumas riuscivano in qualche modo ad interrompere l'ondata verde dopo l'avvio choc con due calci piazzati realizzati da Tomas Albornoz, il secondo a seguito di un fallo che portava all'ammonizione di Finlay Bealham per un placcaggio "croc roll" sull'avversario diretto Joel Sclavi.
Crowley confermava, poi, le sue credenziali di aficionado del drop - memorabile il suo tentativo valso a Munster l'accesso in finale nel match contro Leinster lo scorso anno - con 3 punti da una distanza di circa 40 metri che consentivano all'Irlanda di restare avanti 15-6 dopo il primo quarto di gara.
Un altro calcio di Albornoz rimetteva i suoi sotto break, sottolineando ulteriormente l'importanza di poter giocare con un uomo in più dopo l'uscita di Bealham.
L'Irlanda rispondeva, comunque, colpendo di fino, ma anche con potenza, con alcuni passaggi spettacolari all'interno dei ventidue argentini, prima di andare per vie dirette con la meta del seconda linea Joe McCarthy, trasformata da Crowley per il 22-9.
A 1' dalla fine del tempo, gli uomini di Felipe Contepomi - al ritorno a Dublino, dove ha giocato e allenato con Leinster - provavano l'ultimo assalto, rimanendo a lungo sui cinque metri irlandesi, ma la diga difensiva della squadra di casa reggeva, dimostrando tutto il valore di Caelan Doris e compagni.
La ripresa, come detto, si apriva nel segno dei Pumas. Appena 4' sul cronometro e l'estremo Juan Cruz Mallia riusciva a creare con estrema facilità una breccia, accelerando e cambiando passo per trovare una meta spettacolare. La trasformazione di Albornoz ancora una volta portava a -6 l'Argentina, che dimostrava ancora una volta il buono stato di forma già messo in luce a Udine contro l'Italia e in precedenza nel Rugby Championship.
Un terzo cartellino giallo di serata veniva comminato all'autore dell'ultima meta irish, McCarthy, penalizzato per i troppi falli dei padroni di casa. E il calcio conseguente offriva ad Albornoz ancora un'opportunità per dimostrare le sue doti balistiche, con il mediano di apertura del Benetton Treviso che faceva cinque su cinque e portava a distanza di un altro calcio piazzato l'Argentina.
Dopo un'ora di gioco arrivava anche il momento dell'esordio del predestinato Sam Prendergast, da molti addetti ai lavori visto come l'erede naturale della leggenda Johnny Sexton, suo mentore anche a Leinster. Erano però ancora gli ospiti ad attaccare e per il ventunenne regista si prospettava, più che altro, molto lavoro in fase difensiva. Intanto, l'altro esordiente, il pilone Thomas Clarkson si meritava gli applausi del pubblico e gli elogi dei compagni guadagnandosi un calcio di punizione da mischia - cosa tutt'altro che semplice contro il pack biancazzurro.
Giornata di esordi, ma anche di record, con il pilone Cian Healy che raggiungeva Brian O'Driscoll a quota 133 caps a livello internazionale con la maglia del trifoglio.
Il match continuava a rimanere incerto fino alla fine, quando il quarto cartellino giallo spediva questa volta in panca puniti il subentrato pilone argentino Francisco Gomez Kodela (pulizia pericolosa su capitan Doris). Nonostante l'inferiorità numerica, l'Argentina si dimostrava ancora una volta resiliente, con una controruck all'interno dei ventidue che consentiva ai Pumas di riconquistare il possesso e provare un ultimo assalto.
In maniera rapida, gli ospiti riuscivano anche a portarsi dall'altra parte del campo, ma un passaggio in avanti dopo diverse fasi interrompeva l'azione e poneva anche fine alle speranze di completare la rimonta.