A guidare una haka da brividi è per l’ultima volta TJ Perenara, destinato a giocare in Giappone, così come il rientrante ed ex capitano tuttonero Sam Cane.
È una buonissima Italia nella prima parte di match, che toglie palloni di qualità alla Nuova Zelanda, occupando il territorio ed evitando che gli ospiti entrino nella metà campo azzurra, tanto da portarsi in vantaggio con Paolo Garbisi al 12’.
Beaduen Barrett risponde all’apertura italiana subito dopo, pareggiando i conti con un piazzato da una quarantina di metri, ma sulla ripartenza arriva un’inusuale leggerezza per la formazione di Scott Robertson, che commette un velo consentendo a Garbisi di ritrovare la via dei pali per il nuovo vantaggio 6-3.
Al 19’, poi, l’Italia potrebbe anche sfruttare la superiorità numerica per un cartellino giallo comminato a capitan Scott Barrett per una pulizia irregolare in ruck su Danilo Fischetti.
In realtà, però, è il momento migliore del XV della terra della grande nuvola bianca che al 24’ marca la prima meta con Cam Roigard. Il mediano di mischia vede lo spazio giusto per inserirsi nell’unica occasione sino a quel momento in cui gli All Blacks sono riusciti ad affacciarsi nei ventidue.
Partita che diventa per lo più tattica, con placcaggi ruvidi e diversi errori, e con una Nuova Zelanda che si conferma formazione cinica, trovando la seconda meta poco prima del riposo, grazie ad un nuovo break di Roigard e all’apertura successiva per Will Jordan (giudicato al termine il migliore in campo), il quale rompe il placcaggio del rientrante Ange Capuozzo e si tuffa oltre la linea.
Con la trasformazione di Beauden Barrett, le squadre vanno negli spogliatoi sul punteggio di 6-17.
La prima azione pericolosa del secondo tempo arriva dopo cinque minuti con Mark Tele’a che fa il buco e trova il sostegno di Codie Taylor. La palla scivola in avanti, ripresa ancora da Tele’a in posizione di offside.
La risposta azzurra è affidata allo scugnizzo Capuozzo, che semina avversari e si ricongiunge con Monty Ioane. Serie di pick and go che esaltano il pubblico, dieci fasi e fallo neozelandese con richiamo al capitano.
L’Italia decide di andare ancora per l’angolo, costringendo nuovamente all’infrazione la formazione ospite con conseguente cartellino giallo per Anton Lienert-Brown.
Si opta per quattro volte consecutive per la rimessa laterale, ma l’occasione sfuma nell’ultimo tentativo di sfondare la linea avversaria con un turnover da maul. Azione che ha ricordato molto le mischie ai cinque metri nel finale del match disputato a San Siro del 2009.
All’ora di gioco il risultato rimane invariato con nessun punto marcato nel secondo tempo.
Al 66’ è il turno della formazione di Gonzalo Quesada di rimanere in inferiorità numerica per fallo in mischia di Simone Ferrari e l’Allianz Stadium si alza in piedi a tributare un bel omaggio a Sam Cane che lascia il campo.
Entrati negli ultimi dieci minuti, la Nuova Zelanda prova a spingere e riesce a trovare la terza meta con Mark Tele’a, cui evidentemente la denominazione dello stadio sembra portare bene, considerando la doppietta siglata nel primo turno a Twickenham.
Mischia, gioco rotto e allargamento fino in bandierina, con Beauden Barrett che aggiunge anche i punti della trasformazione.
Sembra poter essere il risultato definitivo, con un’Italia coraggiosa e dura in difesa, che però non riesce a marcare, ma invece da un’azione quasi inoffensiva arriva l’unica meta di Nacho Brex e compagni.
Calcio all’ala dove è appostato ancora Tele’a, che non riesce a raccogliere al volo sul contrasto di Tommaso Menoncello. La palla rimbalza incontrollata, recuperata da Marco Zanon che fissa e serve di nuovo il Player of the Championship dell’ultimo torneo Guinness Sei Nazioni. Menoncello s’invola sull’out di destra e fa scattare il boato sotto la Mole.
Il centro di Treviso – tra i migliori dell’Italia -, nel finale, è però croce e delizia. Beauden Barrett calcia all’ala cercando ma non trovando Tele’a. La palla esce in rimessa laterale, battuta velocemente da Capuozzo che serve proprio Menoncello. Calcio sbilenco che viene recuperato dallo stesso Barrett, che non trova opposizione e chiude la sfida con la quarta meta neozelandese sull’11-29.
Gli All Blacks tornano in patria con tre vittorie e una sconfitta in Francia per un solo punto di scarto, in fase di cambiamento, ma soddisfatti per i risultati ottenuti nel primo tour sotto la guida di Scott Robertson.
Per l'Italia una partenza in salita con sconfitta pesante contro l'Argentina, vittoria cercata e voluta in rimonta contro la Georgia, e una delle migliori prove di sempre offerta contro una nazionale che resta imbattuta dagli Azzurri, che possono tuttavia guardare con fiducia alla crescita del gruppo in vista del prossimo Sei Nazioni.