Un duro colpo alla schiena subito da Ben Earl in fondo ad una rimessa laterale con il successivo boato dei tifosi sudafricani sembrava già dettare il tono della serata. Tuttavia, l'Inghilterra faceva capire subito di volersi giocare il tutto per tutto, anche per rifarsi delle due sconfitte patite nei rocamboleschi finali contro Nuova Zelanda ed Australia.
Marcus Smith fintava un drop e insinuava il caos nella difesa sudafricana, attaccando velocemente la linea per inserire poi Henry Slade sul lato sinistro che, con mani rapide, liberava Ollie Sleightholme per lo scatto in bandierina e la meta d'apertura dell'incontro, trasformata dal mediano di apertura degli Harlequins per il 7-0 che mandava in visibilio Twickenham.
Dieci minuti appena sul cronometro e da una rimessa della formazione ospite, l'Inghilterra si faceva trovare stranamente molle, lasciando ampi spazi da esplorare al mediano Grant Williams, che si liberava con una serie di finte, volando poi quasi indisturbato sotto ai pali. Trasformazione quanto mai semplice per Mannie Libbok e tutto da rifare in un vibrante test match.
A rimettere avanti gli uomini di Borthwick pensava ancora Smith, stavolta con un calcio piazzato concesso per un fallo in ruck di Pieter-Steph du Toit, che tuttavia si faceva perdonare appena un minuto più tardi.
Calcio di liberazione di Jack Van Poortvliet stoppato da un gigantesco Eben Etzebeth, palla recuperata ma sotto enorme pressione da Smith che provava a sua volta ad andare lungo al piede, ma du Toit era in agguato e ancor più rapace nel correre a recuperare palla e schiacciarla per il sorpasso.
Un calcio di punizione contro il pilone inglese Will Stuart (mancato rotolamento post placcaggio) portava, poi, di nuovo i campioni dell'ultimo Rugby Championship in touche ai cinque metri. Nuovo calcio di punizione in arrivo grazie ad un vantaggio e Libbok che prova la giocata gratuita con un cross kick all'ala che serve in maniera perfetta Cheslin Kolbe, altrettanto strepitoso nel rientrare per evitare il disperato tentativo di placcaggio di Freddie Steward e siglare la sua prima meta di giornata, portando, grazie anche alla trasformazione di nuovo di Libbok il Sudafrica oltre break.
La sensazione era a quel punto quella che dovessero essere i padroni di casa a segnare subito dopo, per provare ad interrompere in qualche modo il momento positivo della formazione ospite. Per questo, il XV della rosa decideva di andare per l'angolo su un calcio di punizione che poteva anche essere facilmente piazzato. Maro Itoje conquistava in maniera imperiosa l'ovale a due mani e dopo una prima carica, la palla veniva mossa su Sam Underhill, bravo a cambiare angolo a tutta velocità e a resistere ai placcaggi sudafricani allungandosi fino alla linea per il 17-19, con cui si chiudeva la prima frazione di gioco.
I colpi continuavano ad arrivare da tutte le parti - uno notevole della piccola ala Kurt-Lee Arendse faceva perdere il possesso al ben più possente centro Ollie Lawrence –, così come uno scintillante rugby offensivo, che riscaldava l'atmosfera frizzante nel Sud-Ovest londinese. Il solo workrate di Kolbe era comunque sufficiente a riscaldare l'atmosfera dell'intero stadio.
L'eccitazione non poteva che crescere nella ripresa. Gli Springboks facevano subito vedere tutte le loro capacità innestandosi nella metà campo inglese. Passaggio di Damian de Allende verso l'estremo Aphelele Fassi che poi liberava Kurt-Lee Arendse al largo. Difficile contenere la velocità del numero 11 che poteva poi cercare di far rientrare palla all'interno, ma preferiva rallentare per evitare di venire portato fuori, riuscendo così in maniera perfetta ad andare di nuovo a marcare. Un'azione spettacolare che, tuttavia, veniva successivamente revisionata dal TMO che annullava per un precedente passaggio in avanti di Fassi.
Anche l'Inghilterra si vedeva negata una meta attorno al 50' con un calcio passaggio di Smith verso Tommy Freeman, che riusciva a saltare eludendo due trequarti sudafricani per poi dare il via ad una splendida giocata che consentiva a Slade di segnare all'angolo sinistro. Nella costruzione, tuttavia, veniva ravvisato un fallo in ruck che consentiva ai campioni del mondo di salvarsi e riportare lontano dalla zona rossa l'azione.
Nei successivi dieci minuti, l'Inghilterra riusciva comunque a portarsi avanti, grazie ad un'ostruzione da parte sudafricana che consentiva a Smith il calcio del controsorpasso sul 20-19.
Scambio di cortesie tra i due calciatori, con Handre Pollard, subentrato a Libbock, che restituiva immediatamente il favore con un calcio appena all'interno della metà campo del team in maglia bianca che sembrava inizialmente essere troppo corto, ma che alla fine scheggiava la traversa e centrava i pali.
Sembrava quasi un segno del destino che i favori del pronostico stessero sempre più andando nella direzione della Rainbow Nation, che trovava ancora il suo eroe in Cheslin Kolbe. L'ala riceveva palla sull'out di destra da De Allende, dopo aver debordato in velocità oltre la prima linea di difesa, mettendo in movimento il trentunenne ex Tolone che a tutto gas lasciava sul posto gli avversari rendendo vano qualsiasi tentativo di fermarlo fino al tuffo in bandierina. Con la trasformazione di Pollard, la squadra allenata da Rassie Erasmus si portava sul poi definitivo 20-29, mettendo una distanza di sicurezza tra sè e l'Inghilterra.
E questo nonostante l'inferiorità numerica nei dieci minuti finali per un cartellino giallo comminato a Gerhard Steenekamp per un fallo in rimessa laterale e la successiva uscita di capitan Siya Kolisi per lasciare spazio a Wilco Louw in prima linea.
Gli albionici provavano il tutto per tutto, con diverse occasioni sempre rispedite al mittente dal Sudafrica, con conseguente frustrazione britannica, mentre gli ospiti sembravano ormai in qualche modo accontentarsi del risultato acquisito, provando soltanto a contenere le folate inglesi, ma non disdegnando un ultimo tentativo di rimpinguare ulteriormente lo score con un tentativo di drop terminato all'esterno da parte di Pollard.
Anche l'ultima occasione per una meta di consolazione nella sconfitta da parte dell'Inghilterra veniva vanificata dal turnover avversario, che consentiva così al mediano di mischia di riserva Cobus Reinach di calciare l'ovale verso gli spalti e chiudere così un match altamente spettacolare.
Tre sconfitte in altrettanti match contro le grandi potenze dell'emisfero australe per uno Steve Borthwick sempre più sotto pressione, che proverà ad invertire la rotta nel test di chiusura di domenica prossima contro il Giappone del suo predecessore Eddie Jones - ultima avversaria, tra l'altro, sconfitta in estate da un'Inghilterra giunta alla quinta sconfitta consecutiva.
Per il Sudafrica, invece, si prospetta un en plein da incorniciare con l'ultimo incontro, sulla carta il più facile della serie, al Principality Stadium di Cardiff contro un Galles in piena crisi di risultati.