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5 PARTITE MEMORABILI CONTRO IL GALLES

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Quattro vittorie e un pareggio per gli Azzurri con i Dragoni nel Sei Nazioni, comprese le ultime due uscite in trasferta a Cardiff, ma a Roma il successo più recente risale al 2007

Sono 33 in tutto i precedenti tra Italia e Galles, con 28 vittorie dei giocatori in maglia rossa, 4 successi azzurri ed un pareggio.

Gli ultimi trionfi italiani, nel 2022 e 2024, sono entrambi arrivati in trasferta, interrotti dalla sconfitta per 17-29 a Roma, dove l'Italia non vince contro il Galles addirittura dal 2007: un tabu da sfatare contro il XV di Gatland arrivato alla tredicesima sconfitta consecutiva.

Il Galles è una delle formazioni che gli Azzurri non riuscirono a sconfiggere negli anni precedenti l'ingresso nel torneo Sei Nazioni, quando invece arrivarono gli scalpi di Francia, Irlanda e Scozia, senza contare l'Inghilterra contro cui dev'essere ancora sbloccata la casella delle vittorie.

Ci andarono vicinissimi nel 1998 a Llanelli, quando finì 23-20, mentre il primo incontro tra le due nazionali è datato 1994 con vittoria dei padroni di casa nel vecchio Arms Park di Cardiff per 29-19.

LA PRIMA AL SEI NAZIONI

Il 15 febbraio 2003, a tre anni di distanza, l'Italia torna a vincere nel Sei Nazioni, dopo il match d'esordio del 2000. Lo fa imponendosi 30-22 allo Stadio Flaminio contro il Galles.

In panchina siede John Kirwan, subentrato al connazionale Brad Johnstone, di cui era stato assistente. Neozelandese è anche il tecnico del Galles, un certo Steve Hansen, che qualche anno dopo sarebbe diventato campione del mondo con gli All Blacks.

Si riparte esattamente da dove era arrivata l'ultima vittoria. Contro la Scozia nel 2000 segna l'unica meta Giampiero De Carli, che si ripete anche contro i Dragoni. Marcano, poi, Steve Williams e Shanklin, prima della seconda azzurra ad opera di Carlo Festuccia, che può così festeggiare nel migliore dei modi il suo debutto in nazionale.

Diego Dominguez battaglia al piede con Harris e segna il drop che manda le squadre al riposo sul 20-17 e si ripeterà a rimbalzo anche nella ripresa, che vede pure la meta di Matthew Phillips, il primo equiparato nella storia della nazionale italiana. Nel finale, la meta di Peel serve solo a mantenere più stretto il divario. Il Galles si vendicherà, poi, in Coppa del Mondo eliminando l'Italia dalla kermesse australiana vinta dall'Inghilterra con il famoso drop di Jonny Wilkinson.

I PRIMI PUNTI ALL'ESTERO

L’11 marzo 2006 è un’altra delle date storiche del rugby italiano, guidato allora da Pierre Berbizier, il primo vero uomo dei record nel torneo Sei Nazioni. E' la data che segna il 18-18 al Millenium Stadium e i primi punti incassati lontano da Roma per l'Italia. Il tutto contro un Galles campione in carica con tanto di Grande Slam l'anno precedente con Mike Ruddock come allenatore.

Segnano i due Jones, Mark e Stephen, ma l'Italia accorcia con un bel po' di brivido grazie ad Ezio Galon, che segna la sua unica meta internazionale al limite della linea di pallone morto. Il TMO conferma, comunque, il grounding e la validità dell'azione. E poi arriva la marcatura di Pablo Canavosio, che sarà decisivo anche in un'altra partita stavolta contro la Scozia, e che, a mo' di Nacho Brex sabato scorso ad Edimburgo, intercetta e vola in meta, zigzagando per il campo per evitare di essere ripreso.

Il primo tempo termina 15-15 e nel secondo arrivano soltanto due calci, uno per parte, fino al momento in cui Ramiro Pez consegna l'ovale alle tribune senza vincitori né vinti, ma con un pezzo di storia in tasca all'Italia.

LA DOPPIETTA E UNA COPPIA DI CENTRI FRATERNA

Berbizier può essere considerato il primo uomo dei record anche perché, dopo i primi punti all'estero, riesce anche nella doppietta consecutiva del 2007, quando l'Italia va a centrare il successo fuori casa a Murrayfield (17-37, che già vi abbiamo raccontato nei precedenti con la Scozia e nel ricordo di Alessandro Troncon) - altra primizia - e poi concede il bis al Flaminio contro il Galles per 23-20.

E' il 10 marzo di quell'anno, in una partita in cui succede di tutto. A marcare all'inizio è la formazione ospite con il folletto Shane Williams, ma i calci di Ramiro Pez tengono a galla gli Azzurri, che si vedono pure annullare una meta segnata da Matteo Pratichetti.

Non passa molto, tuttavia, per assistere ad una delle marcature più particolari mai viste nel Championship. L'ala del Viadana, Kaine Robertson, si schiera come mediano di mischia, vede che la difesa rossa è sguarnita e calcia un pallone altissimo, correndo per tutto il campo a riprenderlo fino a volare sotto ai pali, portando l'Italia avanti al riposo 13-7.

A 3' dalla fine della partita, però, il Galles è ancora avanti, grazie ai calci di Hook e alla meta del tallonatore Rees. L'Italia è talmente sulle gambe, che Berbizier deve schierare il flanker Mauro Bergamasco come centro in coppia con il fratello Mirco. Pez inventa un calcetto a scavalcare la difesa nei ventidue gallesi e il più lesto ad avventarsi sulla palla e a schiacciare in meta è proprio Mauro Bergamasco.

Nel finale, il Galles avrebbe anche l'occasione per provare quantomeno a pareggiare, con un calcio piazzato. Un'incomprensione sul tempo rimasto a disposizione con l'arbitro White (ai tempi una volta arrivati all'80' non veniva concessa la possibilità di giocare una rimessa laterale) fa preferire la giocata in touche ai 3 punti, ma il successivo fischio finale scatena il tripudio del pubblico romano e la rabbia di Gareth Thomas e compagni.

A VOLO D'ANGE

Il resto è storia recente. Il 19 marzo 2022 l'Italia non vince contro il Galles da quindici anni e nel Sei Nazioni da sette (19-22 ad Edimburgo contro la Scozia nel 2015), inanellando nel cammino una serie di 36 sconfitte consecutive.

La stessa cosa sembra maturare anche al Principality Stadium, nonostante una prova generosa. Si gioca punto a punto e l'Italia va al riposo avanti 12-7, nonostante la meta di Watkin, grazie al piede di Paolo Garbisi ed Edoardo Padovani.

Nella ripresa, il Galles si rifà prima sotto con Lake e a poco più di dieci minuti dalla fine trova con Josh Adams la meta del momentaneo 15-21, che varrà all'ala dei Lions anche il premio di migliore in campo.

Il finale segna, però, una delle pagine più epiche della contemporaneità azzurra. Ange Capuozzo inventa una giocata delle sue, che lo proietterà nell'olimpo del rugby e farà togliere allo stesso Adams la medaglia di Player of the Match per consegnarla allo "scugnizzo" di Grenoble.

Slalom, serie di difensori evitati, corsa a risalire il campo, estremo fissato e palla all'interno per Padovani che vola in meta. La trasformazione allo scadere di Paolo Garbisi sancisce il sorpasso 22-21, il ritorno alla vittoria e una notte da celebrare a Cardiff e in tutto lo stivale ovale.

Un po' come per la meta di Graziano Ravanelli che regalò al Rovigo contro Treviso al Flaminio nel 1988 il primo scudetto dell'era play-off nel campionato italiano e quello della stella per i bersaglieri rossoblu, passata alla storia come la meta di Massimo Brunello, anche quella, pur marcata da Padovani, sarà probabilmente sempre ricordata come la meta di Capuozzo.

LA META PIU' BELLA DEL TORNEO

Lo scorso anno, poi, altro momento storico, quando l'Italia di Gonzalo Quesada chiude il suo miglior Guinness Sei Nazioni di sempre, con due vittorie ed un pareggio, tutto nel finale della manifestazione. Prima il pari con rammarico per quel calcio di Paolo Garbisi allo scadere a Lille contro la Francia, poi il ritorno alla vittoria all'Olimpico contro la Scozia e infine il successo per 21-24 a Cardiff su un Galles in piena crisi.

Punteggio che non rappresenta nemmeno fino in fondo il dominio azzurro nella partita che chiude il torneo 2024. Al riposo, quel 16 marzo, l'Italia è avanti 0-11 grazie ai punti al piede di Paolo Garbisi e alla meta di Monty Ioane.

Poi arriva il minuto 46. Touche conquistata, Paolo Garbisi va da Nacho Brex, loop con Tommaso Menoncello, miglior giocatore del torneo dello scorso anno, palla allargata verso Ioane che fa il break e serve poi Lorenzo Pani, bravissimo a sua volta ad eludere tre gallesi per marcare la meta del momentaneo 0-18, ma soprattutto che sarà poi giudicata alla fine la migliore dell'intero torneo.

In sequenza arrivano le mete di Dee, Rowlands e Grady, interrotte dai calci di Paolo Garbisi e Martin Page-Relo, che rendono solo la sconfitta meno amara ai padroni di casa, ma nulla tolgono all'ennesimo trionfo da celebrare degli Azzurri.