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I RECORD DEL SEI NAZIONI

SergioParisse-PA
Celebriamo assieme le leggende del torneo, dal maggior numero di presenze alle mete realizzate: ecco le icone del Championship

Con l'avvicinarsi del Guinness Sei Nazioni 2025, vogliamo celebrare alcuni giocatori iconici che hanno lasciato un segno indelebile nella manifestazione più importante a livello storico nel mondo della palla ovale.

Dal numero di presenze ai record di punti, queste leggende simboleggiano eccellenza e resilienza nella competizione rugbistica annuale più prestigiosa.

PRESENZE

1. Sergio Parisse – 69 presenze (Italia, 2004–2019)

L'indiscusso talismano del rugby azzurro, Sergio Parisse è riconosciuto come uno dei migliori numeri 8 al mondo. I suoi 69 caps nel Sei Nazioni sono una chiara indicazione della sua lunga carriera, ma anche delle abilità e della leadership dimostrate. Il suo contributo per l'Italia va oltre i risultati, spesso tenendo quasi da solo in partita la squadra. Per lui anche due partecipazioni alla Coppa del Mondo come capitano, riconosciuto oltre che per doti atletiche anche per visione di gioco e conoscenze tattiche: aspetti rari per un avanti. Giocatore con il maggior numero di presenze per l'Italia e centrale in molte vittorie significative della sua nazione, comprese quelle del 2011 e 2013 sulla Francia, Paese che a lungo l'ha visto in campo e dove ancora vive e lavora come allenatore.

2. Alun Wyn Jones – 67 presenze (Galles, 2007–2023)

Alun Wyn Jones è sinonimo di giocatore che non torna mai indietro e che non fa prigionieri. Il seconda linea gallese non è stato soltanto tra i prodi che hanno preso parte alla kermesse ma anche uno degli atleti più premiati nel rugby mondiale. Tre volte vincitore del Grande Slam (2008, 2012, 2019), Jones è stato il capitano del Galles nei titoli conquistati nel 2019 e 2021 ed è sempre stato un leader by example sul campo in tutta la sua carriera. Apprezzato per il suo lavoro costante, per leadership e consistenza, è diventato nel 2020 il giocatore con più presenze a livello internazionale. I suoi 67 caps al Sei Nazioni dimostrano l'importanza per il Galles, diventando una sorta di totem per la nazionale nella prima era d'oro del rugby professionistico.

3. Brian O'Driscoll – 65 presenze (Irlanda, 2000–2014)

Figura iconica del rugby irlandese, Brian O'Driscoll è considerato in larga parte uno dei migliori centri che questa disciplina abbia mai visto. Arrivato sulla scena internazionale nel 2000, ha avuto un ruolo fondamentale nella rinascita irlandese nel Sei Nazioni. Conosciuto per il suo equilibrio, ma anche per velocità e intelligenza di gioco, l'abilità di O'Driscoll di inventare momenti vincenti nelle partite più difficili è spesso stata senza eguali. Capitano dell'Irlanda per la maggior parte delle 65 presenze nel torneo, ha guidato i suoi al Grande Slam del 2009, il primo dei green dal 1948. O'Driscoll si è ritirato nel 2014 come miglior marcatore di mete nella storia del Championship.

4. Rory Best – 64 presenze (Irlanda, 2006–2019)

Uno dei capitani irlandesi più influenti, Rory Best ha ottenuto un totale di 64 caps nel Sei Nazioni in tredici anni. L'uomo dell'Ulster è stato un punto fermo del pack in maglia verde, elogiato per la tecnica in mischia e per capacità di gestione dei segreti oscuri di una delle fasi più importanti e critiche nel rugby moderno. Best è stato capitano dell'Irlanda nel Grande Slam 2018 e la sua calma autorità così come l'etica del lavoro sono diventati sinonimi di rugby irlandese nelle fasi iniziali di quello che si è dimostrato il loro periodo di maggior successo. Si è ritirato nel 2019 dopo aver lasciato un segno indelebile sulla squadra come uno dei suoi migliori tallonatori.

5. Cian Healy – 64 presenze (Irlanda, 2010–2024)

Il pilone Cian Healy è stata una presenza onnipresente nella prima linea irlandese per oltre una decade. Punto fermo del dominio in mischia, la sua potenza, agilità e versatilità lo hanno reso un avversario di livello assoluto. Durante le Autumn Nations Series 2024, nella partita del 150esimo anniversario dell'Irlanda contro l'Australia, Healy è diventato anche il giocatore con il numero più alto di presenze internazionali per il suo Paese, spodestando O'Driscoll (133 caps) arrivando a quota 134. Per lui ancora la possibilità di nuovi record, superando i nomi sopracitati ed eguagliando Sergio Parisse nel caso disputasse tutti gli incontri del torneo 2025.

PUNTI

1. Johnny Sexton – 566 punti (Irlanda, 2010-2023)

Il mediano di apertura Johnny Sexton rappresenta un sinonimo dell'eccellenza rugbistica irlandese. Maestro sul piano tattico e grande realizzatore dalla piazzola, Sexton è stato il cuore pulsante dell'attacco dell'Irlanda per oltre una decade. Guida del Leinster verso la gloria europea, ha guidato l'Irlanda nello storico Grande Slam 2023, portando la sua carriera a picchi straordinari e dimostrando al contempo tutte le sue enormi capacità di leadership. Ritiratosi come miglior marcatore di sempre dell'Irlanda (1108 punti), l'influenza di Sexton è andata oltre il campo da gioco, portando con sé un grande lascito quale uno dei migliori playmaker della disciplina.

2. Ronan O’Gara – 557 punti (Irlanda, 2000-2013)

Maestro di tattica e una delle aperture più prolifiche nella storia del rugby, Ronan O'Gara ha a sua volta svolto un ruolo fondamentale nel rugby irlandese per molti anni. Conosciuto per i suoi calci precisi e per la gestione del gioco, ha svolto un ruolo chiave nel garantire il primo successo nel Sei Nazioni del 2009 a 61 anni di distanza. Il suo drop contro il Galles nei minuti conclusivi del match in quel torneo rimane nei cuori e nei ricordi dei tifosi irish. Dopo essersi ritirato, O'Gara è diventato uno degli allenatori più vincenti del rugby moderno, oltre che essere molto apprezzato per la sua brillantezza e conoscenza.

3. Jonny Wilkinson - 546 punti (Inghilterra, 1998-2011)

Jonny Wilkinson rimane senz'ombra di dubbio una delle figure più leggendarie della palla ovale, famoso per la sua precisione e per la sua incredibile compostezza sotto pressione. Ricordato in particolare per quello straordinario drop che diede la vittoria all'Inghilterra nella Coppa del Mondo 2003 durante i tempi suppelementari contro l'Australia padrona di casa, Wilkinson ha avuto un ruolo fondamentale nel XV della rosa per molte stagioni. Il suo intelletto rugbistico e la sua etica del lavoro hanno rappresentato un esempio cui basarsi per le future generazioni. Il suo totale di 1179 punti a livello internazionale, assieme al ruolo avuto in due finali mondiali, lo pongono come uno dei giocatori più forti di sempre.

METE

*Nell'era Sei Nazioni

1. Brian O'Driscoll – 26 mete (Irlanda, 2000–2014)

Conosciuto per i suoi piedi danzanti, per la tenacia difensiva e per la visione senza eguali, O'Driscoll è stato, come detto, il capitano dell'Irlanda nel trionfo 2009 e un punto fermo della "golden era". Con 26 mete è ancora ad oggi il miglior marcatore delle stesse nel Sei Nazioni, dimostrazione ulteriore della sua innata capacità di farsi trovare pronto nei momenti cruciali, cui vanno sommate poi altre venti marcature, per un totale di 46 mete, nei test disputati in maglia verde.

2. George North – 24 mete (Galles, 2010-2024)

L'ala trasformata in centro, George North, è stata una presenza monumentale nel Galles per oltre una decade. Apprezzato soprattutto per la sua velocità esplosiva, per le corse potenti e per la sua abilità straordinaria di segnare mete, North ha avuto un impatto indelebile sulla scena internazionale. Figura chiave nei trionfi al Sei Nazioni del Galles e anche in Coppa del Mondo, è stato il giocatore più giovane della storia a raggiungere i 100 caps.

3. Shane Williams – 22 mete (Galles, 2000-2011)

Alto appena 170 cm, Shane Williams è sempre andato oltre i limiti, riuscendo a diventare il miglior marcatore di mete di sempre per il Galles, 58 in 87 presenze. L'ala volante è stata spesso celebrata per i suoi cambi di passo elettrici, le corse elusive e l'abilità straordinaria di creare situazioni pericolose dal nulla. Un vero mago sul campo, WIlliams ebbe una parte significativa nei trionfi gallesi con tanto di Grande Slam del 2005 e 2008. Indicato quale IRB Wordl Player of the Year, miglior giocatore al mondo, nel 2008, rimane uno dei giocatori migliori della storia nel ruolo.