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IL DOMINO DEL RUGBY

Ross Vintcent
Ross Vintcent ci racconta il suo insolito percorso verso il rugby professionistico, iniziato consegnando pizze a domicilio fino all'esordio in maglia azzurra all'Aviva Stadium

Appena ventiduenne, il terza linea italiano Ross Vintcent ha avuto un percorso a dir poco insolito e straordinario nel mondo del rugby, diventando tuttavia uno dei prospetti di maggior interesse sia nella Premiership inglese che con la maglia della nazionale.

Nato a Johannesburg, in Sudafrica, si caratterizza oggi per essere un giocatore versatile e dinamico.

Quando aveva appena 3 anni, la sua famiglia si è trasferita a Dubai ed è lì che è iniziata la sua passione per la palla ovale, iniziando a giocare con la formazione degli Arabian Knights Rugby Club. Ripensando alla sua infanzia, lo stesso Vintcent ricorda come Dubai, con il suo mix di culture e con la sua intensa attività sportiva, abbia saputo accrescere il suo amore per il rugby: "Mi piaceva molto stare all'aperto, lanciando in giro la palla. Era il momento più bello della settimana, quando il sabato sera si giocava a rugby!".

A 15 anni, e dopo due anni di serrati tentativi di convincimento dei genitori, la decisione che cambia la vita di trasferirsi a Città del Capo, dove ha frequentato il prestigioso Bishops Diocesan College, un'istituzione riconosciuta anche per la sua capacità di sfornare grandi talenti nel rugby, come Francois Louw e più di recente Sacha Feinberg-Mngomezulu e Suleiman Hartzenberg.

“Ho preso parte ai provini under 16 e all'apertura c'era proprio Sacha, mentre io continuavo ad entrare ed uscire dalla prima squadra come utility back. Guardando giocare Sacha, si poteva capire già da lì che sarebbe diventato uno Springbok".

La curiosità è rappresentata proprio dal fatto che nei suoi giorni a scuola, Ross Vintcent è stato tutto tranne che una terza linea, muovendosi invece un po' in tutti i ruoli sulla linea dei trequarti.

"Ho giocato più come mediano di mischia, a dire il vero - conferma -. E poi anche un po' all'apertura e come centro". Tutto destinato a cambiare quando un allenatore gli chiese se volesse provare a spostarsi in mischia. "Ho pensato, ok, facciamolo". La sua prima partita in chiusura è arrivata contro un'altra scuola rinomata, la Paarl Gym, ma la pandemia da Covid-19 ha presto posto fine alla stagione.

Nel 2020, quando l'intero pianeta fu costretto a fermarsi, Vintcent parlò con Tom Negri, fratello del compagno di nazionale, Sebastian: una chiacchierata destinata a cambiare il corso della sua vita. In quel momento venne, infatti, presa la decisione di esplorare le origini italiane del nonno materno e, appena qualche mese più tardi, con un passaporto italiano in mano, Vintcent sbarcò a Remedello, in provincia di Brescia, sede dell'Accademia.

"Mi sono ritrovato di colpo là fuori nel grande mondo, in quello degli adulti. Sono riuscito almeno a farmi qualche amico sudafricano, il che fu positivo, dato che soprattutto gli inizi furono tutt'altro che semplici".

L'Italia gli diede così il benvenuto inserendolo nei ranghi dell'Accademia federale per due stagioni consecutive, compreso un periodo in prova con le Zebre, ottenendo tre presenze nello United Rugby Championship.

Ripensando alla decisione di rappresentare l'Italia, questo il suo pensiero: "Avevano investito in me quando nessuno di fatto mi conosceva, e sentivo in qualche modo di dover ricambiare questa fiducia, restituendo altrettanto".

Come detto, la vita nel Bel Paese non si presentò senza sfide. Appena diciottenne, dovette adattarsi velocemente ad una nuova cultura e alla lingua, e il tutto mentre cercava al contempo di imparare un nuova posizione in campo. Del periodo bresciano ricorda: "Fu dura rimanere focalizzato e concentrato, essendo così lontano da casa, in un posto che non conoscevo, dove non sapevo parlare la lingua e non avevo molti amici. Mi sono dovuto adattare in fretta".

Più difficile imparare una nuova lingua o un ruolo diverso?

"Non ero mai stato alzato in una rimessa laterale prima. Mirco Spagnolo era uno dei piloni che dovevano sollevarmi. Mi ha lanciato in alto e me la sono fatta sotto. Le mie gambe sono andate in tutte le direzioni senza controllo".

Il periodo trascorso a Remedello si rivelerà, tuttavia, fondamentale per il suo sviluppo come giocatore, portando al debutto professionale nel 2022 con le Zebre alla dodicesima giornata di URC contro Cardiff, ad appena 19 anni.

Il passo successivo fu la convocazione con l'Italia under 20 per prendere parte al Sei Nazioni di categoria. E, nonostante ci fossero ancora da migliorare le conoscenze linguistiche, fu persino scelto come capitano degli Azzurrini, capaci di imprese storiche, come il successo contro l'Inghilterra. Le sue performance sulla scena internazionale, fecero capire che ci sarebbe stato ben altro da aspettarsi per il prosieguo.

Come ci si sente ad essere il capitano di una squadra di cui si fa fatica a capire la lingua?

"E' stato difficile. Quando dovevo parlare alla squadra, riuscivo a mettere insieme solo alcune frasi. Di sicuro non ero particolarmente eloquente, ma penso che il messaggio sia sempre passato".

Fuori dal campo, il ragazzo voleva però ancora di più- Nel settembre 2022, il flanker si è trasferito all'Università di Exeter con l'obiettivo di conseguire la laurea in Economia aziendale, ma anche un posto nella formazione del campus che compete nel BUCS (British Universities and College Sport) Super Rugby.

Le sue prestazioni hanno subito attirato le attenzioni degli Exeter Chiefs, che hanno dimostrato apprezzamento per questa terza linea tutto campo, con tanta velocità e potenza, un po' come il suo predecessore Sam Simmonds. Durante gli studi, per mantenersi, lavorava come fattorino per il noto marchio di pizze Domino's, interrompendo tuttavia il rapporto nel momento del debutto in Premiership con i Chiefs, nella trasferta a Bristol contro i Bears del settembre 2022.

“Giocare in un posto come l'Ashton Gate fu un'esperienza surreale. Inoltre dovetti affrontare il mio attuale coinquilino (Dylan Power), che allora giocava a Bristol e fu un momento divertente".

Quella trascorsa fu la stagione dell'esplosione definitiva, con 25 presenze ad Exeter nelle varie competizioni, infarcite di ben 10 mete marcate e rinsaldando ulteriormente la sua reputazione come stella emergente. E il tutto mentre continuava a studiare. Che consigli darebbe ad un giovane atleta per cercare di mantenere in equilibrio il tentativo di sfondare nel grande rugby e gli studi?

"Il Rugby è davvero molto intenso e tutto ciò che si può fare per tenere un po' la testa lontana, spendendo energie e focalizzandosi su altro, può aiutare a liberare la mente - suggerisce -. Questo almeno per me, è qualcosa che mi aiuta quando devo poi passare alla modalità rugby".

Le sue prestazioni non sono passate inosservate nemmeno ai selezionatori internazionali e il suo duro lavoro è stato ripagato con la convocazione in panchina alla seconda giornata del Guinness Sei Nazioni 2024 contro l'Irlanda. Vintcent è, poi, entrato al 68esimo minuto, guadagnandosi così il suo primo cap internazionale.

"Guardavo le tribune dell'Aviva che era gremito di gente e sembravano quasi non finire mai. Durante l'inno irlandese, non riuscivo a smettere di canticchiarlo, perché è una melodia talmente accattivante e tutti quanti lo stavano cantando. Ero teso ma in grado di tenere i nervi abbastanza sotto controllo ed ero soltanto emozionato all'idea di entrare. Il rumore di 56mila persone che urlavano quando l'Irlanda faceva un break, però, lo sentivi nel corpo".

La sua prima da titolare arrivò, poi, alla terza giornata in Francia e come numero 8. Un pareggio storico e pure con qualche rammarico, ma fu nel successivo match contro la Scozia che fece davvero sentire la sua presenza, giocando un ruolo cruciale nel ritorno alla vittoria casalinga degli Azzurri.

"Eravamo tutti emozionati dopo la partita. Non avevamo compreso l'importanza di ciò che eravamo riusciti a fare finché non avevamo visto le reazioni dei tifosi e di alcuni dei giocatori di maggior esperienza della squadra".

La sua prima annata nel Championship si è conclusa con la vittoria per 21-24 al Principality Stadium contro il Galles, nella quale si è messo in mostra con un grande placcaggio salva meta, probabilmente uno dei migliori dell'intera competizione. La sua ascesa è continuata nel tour estivo, dove ha marcato la sua prima meta internazionale contro il Giappone. Ha, inoltre, firmato il prolungamento del contratto con gli Exeter Chiefs, cementando ulteriormente il suo futuro con il club inglese.

Guardando alle Autumn Nations Series 2024, ormai all'orizzonte, cosa spera possano trovare gli Azzurri?

"Spero intanto di farne parte. Dopo un ottimo Sei Nazioni e un buon tour estivo, si presenta una grande opportunità per dimostrare alle altre nazioni e al mondo che questa è una squadra e più in generale una nazione che merita di essere tra le prime sei".

L'Italia ospiterà la Nuova Zelanda all'Allianz Stadium di Torino, casa dei giganti del calcio della Juventus. Si tratta della prima volta che l'impianto ospita un match di rugby e Vintcent non vede l'ora di poter prendere parte alla sfida ed emozionato per la possibilità di esplorare nuovi territori.

"Giocare in uno scenario sportivo così eccezionale sarebbe un'esperienza incredibile, resa ancora più speciale dal fatto di affrontare gli All Blacks".

Diverse le performance da ricordare nel Sei Nazioni 2024 dell'Italia, su tutte le vittorie contro Scozia e Galles, ma anche quella sfuggita in maniera tanto drammatica all'ultimo contro la Francia. Cosa dovrebbero attendersi i tifosi in vista dell'edizione 2025 del torneo?

"Vedrete una squadra che crede davvero di poter essere in grado di vincere il Sei Nazioni - risponde con fiducia -. Non siamo più i detentori del cucchiaio di legno, bensì un team pronto a competere. Siamo giovani, ma anche con tanta esperienza all'interno del gruppo".

Fuori dal rugby, la vita di Ross continua ad essere quanto mai varia. Dall'essere un fattorino di Domino's è diventato ora un portfolio manager della Exeter University AI Fund. Non potevamo non chiedergli se la famosa catena di pizzerie avesse, così, perso il suo più decorato addetto alle consegne di sempre.

"Non ne faccio più parte. Ora sono troppo impegnato tra università e rugby!".

Il futuro sembra roseo per Ross Vintcent e i tifosi dei Chiefs e dell'Italia hanno tanto da attendersi da questo giovane straordinario.