Che si tratti della faccia pulita di Brian O’Driscoll che segna una tripletta a Parigi nel 2000, di un ventitreenne Sam Warburton che guida una giovane formazione gallese alla gloria e al Grande Slam nel 2012, o dei piedi danzanti di Ange Capuozzo che lancia gli Azzurri nel 2022, un numero incredibile di giovani è balzato agli onori delle cronache durante il torneo Sei Nazioni nel corso degli anni.
Diamo allora un'occhiata a sei giocatori con cinque o meno caps per ciascuna squadra che potrebbero far diventare il 2025 il loro anno.
Sam Prendergast (Irlanda)
In questo secolo, la maglia numero 10 dell'Irlanda è stata sostanzialmente un'esclusiva soltanto di due giocatori: Ronan O’Gara e Johnny Sexton. Molti hanno provato, ma fallito, nel tentativo di strappargliela di dosso e negli ultimi tempi era diventata semplicemente una questione di dover aspettare che queste due leggende si ritirassero.
Dopo il ritiro di Sexton, l'erede designato è stato Jack Crowley, tanto da essere schierato titolare per nove volte consecutive. Tuttavia, in autunno, Sam Prendergast si è fatto avanti in maniera più convinta. E considerando, come detto, la storia di questa maglia, chi la rivendicherà ora, potrebbe poterla indossare a lungo.
Il talento del Leinster Prendergast, che durante le Autumn Nations Series ha giocato con l'Irlanda un totale di 154 minuti, ha dimostrato le sue abilità nell'attacco diretto della linea avversaria e spesso messo i compagni nello spazio giusto per l'inserimento.
In totale, ha effettuatto sette break con assist, quasi il doppio rispetto alla concorrenza diretta nelle Autumn Nations Series (quattro giocatori si sono fermati alla pari a quattro):
SAM PRENDERGAST (Irlanda): 7
Tom Jordan (Scozia): 4
Huw Jones (Scozia): 4
Beauden Barrett (Nuova Zelanda): 4
Rieko Ioane (Nuova Zelanda): 4
Il giovane mediano di apertura è stato quasi subito etichettato quale la nuova sensazione irlandese, dopo aver guidato la nazionale under 20 al Grande Slam nel Sei Nazioni e in finale alla Coppa del Mondo di categoria nel 2023, e non stupisce più di tanto vederlo ora confrontarsi a livello internazionale.
Al momento, la maglia numero 10 dell'Irlanda appartiene a Jack Crowley, ma la sfida tra le due aperture di Munster e Leinster è aperta.
Gaël Dréan (Francia)
Con Damian Penaud e Louis Bielle-Biarrey la Francia ha due ali in forma sensazionale, ma la rapida ascesa di quest'ultimo negli ultimi 18 mesi dimostra che a volte bastano poche presenze per farsi strada tra i titolari.
Se una delle due ali viene colpita da un infortunio, tenuta a riposo o addirittura lasciata fuori, per quanto improbabile possa sembrare, Gaël Dréan è uno dei pochi giocatori che aspettano sulle fasce (nessun gioco di parole) pronti ad intervenire.
Il ventiquattrenne sta facendo molto bene a Tolone in questa stagione, avendo addirittura marcato 10 mete nel Top 14. Si tratta del numero maggiore alla pari del giocatore del Bayonne Sireli Maqala, un risultato che però Dréan ha conseguito con un minutaggio minore:
GAËL DRÉAN (RC Toulon), Mete (M): 10, Minuti per meta (MPM): 67
Sireli Maqala (Bayonne), M: 10, MPM: 91
Baptiste Couilloud (Lyon), M: 8, MPM: 103
Louis Bielle-Biarrey (Union Bordeaux-Begles), M: 7, MPM: 103
Teddy Thomas (Stade Rochelais), M: 6, MPM: 95
Nolann Le Garrec (Racing 92), M: 6, MPM: 135
In effetti, tra i giocatori che hanno superato la linea di meta più di una volta nel massimo campionato francese in questa stagione, Dréan è uno dei soli tre a gestire un ritmo migliore di una marcatura ogni 80 minuti, insieme ai suoi nuovi compagni di squadra internazionali Peato Mauvaka (una ogni 60 minuti, 5 in totale) e Antoine Dupont (una ogni 65 minuti, 3 in totale).
Non è solo la sua percentuale di mete ad essere impressionante: anche la sua capacità di effettuare break su base regolare è stata un aspetto notevole del suo gioco. Ha effettuato 11 break nel Top 14 in questa stagione, con una media di uno ogni 4,5 palloni portati: dei 159 giocatori che hanno effettuato più di 50 carries in campionato nel 2024/2025, solo Remy Baget (uno ogni 4,3) ha un tasso percentuale migliore, con le stelle del Sei Nazioni Ange Capuozzo (4,8) e Louis Bielle-Biarrey (5,8) rispettivamente al terzo e quarto posto.
Non stupitevi quindi se Gaël Dréan dovesse avere un grande impatto con minuti limitati nel 2025.
Asher Opoku-Fordjour (Inghilterra)
La prima linea dell’Inghilterra sta attraversando una fase di transizione. Con veterani come Joe Marler, Dan Cole, Kyle Sinckler e Mako Vunipola non più in gioco, gli unici punti fermi nella squadra del Sei Nazioni 2025 con più di 10 presenze sono Will Stuart (45) ed Ellis Genge (62).
Dopo di loro, sta emergendo un entusiasmante gruppo di giovani talenti, guidati da Fin Baxter e Asher Opoku-Fordjour. Altri desiderosi di farsi avanti sono invece giocatori del calibro di Afolabi Fasogbon ed Emmanuel Iyogun.
Opoku-Fordjour ha fatto il suo debutto dalla panchina nell'ultima partita dell'Inghilterra delle Autumn Nations Series contro il Giappone ed è un autonominato maniaco della mischia.
Nella Gallagher Premiership in questa stagione, ha ottenuto con i compagni di reparto 21 calci di punizione arrivati da mischie vincenti (16 con propria introduzione, 5 avversaria). Il che porta ad una media di 3,2 calci da mischia negli 80', il numero più alto per un pilone coinvolto in più di 50 mischie. Ecco il dato statistico relativo al campionato inglese:
ASHER OPOKU-FORDJOUR (Sale Sharks): 21
Nicky Smith (Leicester Tigers): 20
Joe Heyes (Leicester Tigers): 19
Richard Palframan (Newcastle Falcons): 18
Bevan Rodd (Sale Sharks): 13
Simon McIntyre (Sale Sharks): 13
Prendendo questi dati come percentuale del suo coinvolgimento complessivo in mischia, il giovane pilone di Sale ha visto la sua squadra ottenere calci di punizione nel 40% delle introduzioni degli Sharks – il massimo nel campionato – e dal 12% delle introduzioni avversarie.
Nel complesso, poco più di uno su quattro dei suoi interventi in mischia hanno fruttato una penalità (26%). Finora nessun altro pilone è riuscito a fare di meglio nella stagione 2024/2025 (>50 mischie).
L’Inghilterra ha ottenuto calci di punizione nel 33% delle proprie introduzioni in mischia nel Sei Nazioni dello scorso anno, il miglior tasso del torneo. Aggiungere Asher Opoku-Fordjour al mix potrebbe generare pensieri preoccupanti tra le prime linee avversarie.
Alessandro Izekor (Italia)
Il 2024 è stato da un certo punto di vista l'anno dell'Italia nel torneo. Il risultato di due vittorie e un pareggio (2 sconfitte) ha rappresentato il miglior record sinora al Sei Nazioni.
Un qualcosa che magari non avrà sorpreso i tifosi più fiduciosi tra gli Azzurri. L'under 20 del resto è migliorata costantemente contro le migliori formazioni e anche il Benetton Treviso ha dimostrato ciò di cui può essere capace nell'URC.
Centrale nel risorgimento della formazione trevigiana è stato anche il ventiquattrenne Alessandro Izekor. Nato a Brescia, il flanker ha iniziato la sua avventura a Calvisano, prima di trasferirsi tra le fila dei Leoni nel 2022. Il reparto di terza linea rappresenta al momento il fiore all'occhiello dell'Italia e Izekor aggiunge ulteriore sostanza.
In difesa, il giocatore di origini nigeriane è un autentico muro. Dall'inizio dello scorso United Rugby Championship ha effettuato un totale di 28 placcaggi dominanti, 12 in più del primo compagno di club alle sue spalle. Guardando all'intero torneo, poi, soltanto Ben-Jason Dixon e Ruben van Heerden (entrambi 31) ne hanno effettuati di più:
Ben-Jason Dixon (Stormers): 31
Ruben van Heerden (Stormers): 31
ALESSANDRO IZEKOR (Benetton Rugby): 28
Elrigh Louw (Bulls): 27
David McCann (Ulster Rugby): 26
Emmanuel Tshituka (Lions, Sharks): 26
James Venter (Sharks): 26
Joseph Dweba (Stormers): 26
Guardando poi altrove, è anche un ottimo ball carrier. La sua percentuale di successo nel prendere la linea del vantaggio è del 57%, mentre i palloni portati avanti in maniera dominante sono al 33%, proiettandolo tra i migliori avanti della competizione.
Considerando il suo contributo a tutto tondo, non è una sorpresa che Izekor sia stato il giocatore più utilizzato dal Benetton in questa stagione, per un totale di 520 minuti. E ora proverà a mettere il suo stato di forma al servizio della causa azzurra in vista del Sei Nazioni 2025.
Fergus Burke (Scozia)
In un universo parallelo, avremmo potuto scrivere di Fergus Burke come uno da tenere d'occhio per l'Inghilterra durante il torneo di quest'anno, dato che il mediano d'apertura nato in Nuova Zelanda avrebbe potuto rappresentare sia la squadra di Steve Borthwick, attraverso la madre inglese, sia la Scozia, per via del nonno.
Tuttavia, il trequarti dei Saracens ha scelto di giocare per la squadra di Gregor Townsend, affermando che si adatterebbe meglio al suo stile. Non è difficile capire perché.
Sebbene il venticinquenne sia una nuova recluta dei Saracens, si è saldamente inserito nel XV titolare nel nord di Londra, accumulando 640 minuti di gioco con la maglia numero 10 nella Gallagher Premiership in questa stagione – solo un certo Finn Russell ha ha avuto più tempo di gioco in cabina di regia.
Ciò che distingue Burke dagli altri mediani d'apertura della massima serie inglese è il suo occhio attento per la linea di meta, che ha varcato cinque volte in questa stagione. Nessun altro giocatore è riuscito a segnare più di due volte con la maglia numero 10.
Ma non è solo un marcatore di mete. I suoi numeri offensivi su tutta la linea sono impressionanti, classificandolo tra i primi tre mediani di apertura della Premiership per palloni portati, metri guadagnati, break di linea e difensori battuti in questa stagione.
La Scozia gioca con stile offensivo, ma ha anche una delle difese più solide del Sei Nazioni, e pure questa è un'area dove Burke non si è tirato indietro. Solo due mediani d'apertura hanno effettuato più placcaggi di lui in questa stagione (AJ MacGinty e Fin Smith), mentre ha effettuato più placcaggi di Finn Russell (58), ma ne ha sbagliati 10 in meno (12 contro i 22 di Russell).
Naturalmente, Finn Russell non è nella squadra scozzese per le sue capacità difensive, ma se Gregor Townsend dovesse voler sopperire ad eventuali fragilità sulla linea dei trequarti, avrebbe già un'opzione pronta.
C'è un altro trequarti nato in Nuova Zelanda nelle fila scozzesi, Tom Jordan, che sarà altrettanto in lizza per il ruolo di riserva all'apertura, ma Fergus Burke ha dimostrato di avere lo stile di gioco giusto per inserirsi perfettamente in questa squadra scozzese, come dimostrano le sue statistiche di questa stagione nella Premiership: Minuti da numero 10: 640 (2°)
Mete: 5 (1°)
Carries: 47 (3°)
Metri guadagnati: 217 (3°)
Breaks: 3 (3°)
Difensori battuti: 16 (3°)
Placcaggi: 67 (3°)
Tom Rogers (Galles)
La seconda avventura sulla panchina del Galles per Warren Gatland ha rappresentato una sorta di transizione e quest'anno potrebbe esserne il proseguimento, dato che 17 su 34 giocatori nella rosa hanno meno di 10 caps.
Uno di questi è il ventiseienne degli Scarlets, Tom Rogers, che ha spento le candeline appena il mese scorso e ha solo cinque presenze a livello seniores.
Nell'URC in questa stagione, l'ala gallese ha battuto 28 difensori - soltanto in cinque hanno saputo fare di meglio. Tuttavia, questo dato statistico viene reso ancor più interessante considerando che ha avuto a disposizione palla molto meno rispetto agli altri considerati e ha dovuto far fronte a 59 tentativi di placcaggio, con una percentuale di evasione del 47,5%.
In effetti, le statistiche di Rogers in quanto a placcaggi evasi nono le più alte tra i 65 giocatori che hanno dovuto affrontare almeno 50 tentativi di placcaggio nello United Rugby Championship di quest'anno. Se dovesse avere l'opportunità di indossare la mitica maglia rossa nel torneo, tenete un occhio su di lui...se ci riuscite.
TOM ROGERS (Scarlets), Placcaggi affrontati (PA): 59, Placcaggi evasi (PE): 59 47.5%
Duhan van der Merwe (Edinburgh Rugby), PA: 70, PE: 47.1%
Rhyno Smith (Benetton Rugby), PA: 53, PE: 45.3%
Tom Farrell (Munster Rugby), PA: 98, PE: 43.9%
Darcy Graham (Edinburgh Rugby), PA: 79, PE: 41.8%
*min. 50 placcaggi affrontati