Dopo aver raddoppiato le presenze con la franchigia ducale, con tanto di meta marcata in Challenge Cup contro il LOU, Lyon Olympique Universitaire, il mese scorso, alla sua seconda stagione allo Stadio Sergio Lanfranchi, l'ex tallonatore del Petrarca si candida a recitare un ruolo importante con la maglia numero 2 nel futuro dell'Italia.
Classe 2001, partirà verosimilmente ancora dietro i "transalpini" Giacomo Nicotera (in forza allo Stade Francais di Parigi) e Gianmarco Lucchesi (Tolone) nelle scelte di Gonzalo Quesada, ma sembra aver vinto, almeno per ora, nelle gerarchie la concorrenza di Marco Manfredi e Loris Zarantonello, il primo passato in estate a Treviso e il secondo in forza al Castres, convocato a sorpresa per il tour del Pacifico la scorsa estate.
Di Bartolomeo era già stato preferito come terza scelta nelle ultime Autumn Nations Series, senza tuttavia scendere in campo nei confronti con Argentina, Georgia e Nuova Zelanda e, dopo i trascorsi a livello giovanile, ma anche con nazionale emergenti ed A, rimane alla ricerca dell'esordio ufficiale con gli Azzurri.
"La competizione c'è e tutti vogliono cercare di ritagliarsi dello spazio, almeno per quanto riguarda una convocazione - commenta il diretto interessato -. Lucchesi e Nicotera sono in questo momento un po' i punti fermi, i giocatori più confermati nel ruolo, giocano in un campionato probante come il Top 14 e hanno tanta esperienza a livello internazionale, dando quindi sicurezze allo staff nella scelta, poi vediamo come andranno le cose".
Padovano di nascita e di scuola rugbistica, sponda Petrarca, dove ha iniziato a 5 anni seguendo le orme del fratello Riccardo, è stato spostato in pianta stabile in prima linea soltanto in Accademia, dopo aver ricoperto i ruoli di numero 8 e anche centro.
"Ho giocato centro fino all'under 18 e a dire il vero quando ero in Accademia e iniziavo ad essere provato come tallonatore, poi tornavo a Padova e venivo schierato ancora tra i trequarti. Magari è un qualcosa che mi ha aiutato a livello di mobilità e nell'imparare a fare un po' di tutto, anche se forse il ruolo di tallonatore è talmente specifico che può essere utile lavorarci da prima".
Tra i suoi punti di forza individua il placcaggio difensivo, mentre riconosce di dover migliorare nella continuità diretta sul portatore e tra i suoi idoli in passato figurano Rory Best e il centurione azzurro - padovano come lui - Leonardo Ghiraldini.
"Sono cresciuto seguendo proprio questi giocatori e quindi sono stati i miei primi modelli cui ispirarmi, mentre oggi guardo ad atleti come Jamie George o Dan Sheehan per qualità polivalenti e come fonti di studio per migliorarmi".
Nel 2023/2024, alla sua prima stagione a Parma con le Zebre, cinque presenze, ora sono già nove e, come detto, con una meta marcata.
"Questo per me è un anno importante, sto avendo la possibilità di giocare molto sia come partite che a livello di minutaggio, il che è ottimo per mettermi nelle migliori condizioni per crescere. La speranza personale è quella di continuare così, mantenendo questa continuità nell'arco di tutta la stagione".
Continuità coincisa anche con la prima chiamata assoluta a novembre nel gruppo della nazionale maggiore che ha preparato le Autumn Nations Series, anche se non è riuscito a scendere in campo a Udine, Genova e Torino.
"E' stato comunque bellissimo - conferma Di Bartolomeo -, un'esperienza dove ho potuto imparare tanto anche senza giocare, solo allenandomi con il gruppo della nazionale e l'aver fatto parte del team è già stata una grande soddisfazione. Da dentro emerge in maniera molto chiara come ci siano tanti giocatori di qualità che si stanno mettendo in luce e ci sia anche tanta voglia di lavorare e competere in ogni partita".
In passato ha fatto parte dell'Italia under 18 che ha partecipato al Festival Sei Nazioni e al Championship della categoria under 20 disputato interamente a Cardiff per le ristrettezze dettate dalla pandemia Covid-19.
Un'ulteriore testimonianza di come sia fondamentale il percorso di crescita e sviluppo pensato dal Sei Nazioni assieme alle varie federazioni. Ora la possibilità di poter vivere il torneo più antico del mondo della palla ovale da protagonista diretto.
"Finora è stato diverso, perché ho vissuto tutto in un unico posto, a Cardiff, e il Sei Nazioni seniores è invece strutturato in maniera completamente differente. Non so, pertanto, davvero cosa aspettarmi, sarebbe una cosa da scoprire se eventualmente dovesse essere così e sarebbe ancora una volta una grandissima soddisfazione.
Quando ero più piccolo sono stato diverse volte a Roma da tifoso, vedere lo Stadio Olimpico pieno è fantastico e ci sono partite che ancora ricordo, come la vittoria del 2013 sull'Irlanda, in cui ho vissuto la gioia intanto di vedere dal vivo la nazionale e poi poter assistere ad una vittoria.
E' un qualcosa che ti porta a voler continuare a giocare di più, che poi è anche quello che si deve cercare di ottenere: invogliare ad avvicinarsi al nostro sport sempre più giocatori e tifosi".
Fuori dal campo, studia Giurisprudenza e ha le normali passioni per il viaggio di un ragazzo di 23 anni ma, da buon prima linea, non manca nemmeno una vena culinaria.
"Mi piace molto cucinare, invitare compagni di squadra a casa, preparare cene e stare in compagnia. La specialità della casa? Direi probabilmente i risotti, di tutti i tipi, senza preferenze".
Al Petrarca aveva vinto scudetti giovanili con under 16 e 18, prima di conquistare il titolo seniores nel 2022 e due coppe Italia nel 2022 e 2023.
Il 19 marzo 2022 in Sudafrica, l'esordio con la maglia multicolor delle Zebre contro gli Sharks, come permit player, prima di entrare in pianta stabile lo scorso anno nella franchigia ducale, tornata al centro del dibattito in patria per il rilancio da parte della Fir di nuove candidature per subentrare nella gestione, con possibile trasferimento da Parma a Padova.
"Per questo, sono consapevole che spostare una franchigia come la nostra rappresenti una situazione complicata e vedremo cosa riserveranno le proposte in tal senso. Certo, la possibilità di riavvicinarmi a casa non mi dispiacerebbe, ma mi rendo conto che sarebbe tutto più facile se rimanessimo qui.
La nostra stagione non è semplice da questo punto di vista perché non abbiamo grossi punti di riferimento nell'ottica di quello che potrebbe essere il prossimo anno. Quello che possiamo e che continuiamo a fare è concentrarci sul lavoro in campo, pensando settimana dopo settimana, partita per partita, senza focalizzarci troppo su cosa succederà".