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Alessandro Troncon Ita
Alessandro Troncon, primo centurione azzurro, racconta due vittorie storiche dell'Italia contro la Scozia al Sei Nazioni

"Delle partite contro la Scozia ho ricordi abbastanza positivi - commenta l'ex mediano di mischia di Treviso, Clermont e dell'Italia -. Chiaramente partiamo dalla prima al Sei Nazioni e poi nel 2007, quella che per me è stata l'ultima partita del torneo, entrambe molto positive e che mi resteranno per sempre".

Alessandro Troncon, in effetti, ha fatto parte delle nazionali che hanno segnato due momenti iconici del rugby italiano e in particolare delle sfide contro il XV del cardo e del Sei Nazioni.

La prima di sempre nella competizione, in cui era anche capitano degli Azzurri, e poi la prima vittoria in trasferta ad Edimburgo. Entrambi risultati perentori: 34-20 e 17-37.

Partiamo dall'esordio.

"Ricordo di aver letto da qualche parte che avremmo dovuto vincere e così è stato. Giocavamo contro la squadra vincitrice dell'ultima edizione del Cinque Nazioni e quindi un team importante e in un buon momento di forma.

Non penso nemmeno c'avessero in qualche modo preso sottogamba, semplicemente sono emerse le nostre maggiori capacità, la voglia, la determinazione, l'entusiasmo e la consapevolezza di aver raggiunto un sogno. Tutto questo messo assieme ha fatto sì che sia stata quasi una partita dominata e che comunque c'ha visto uscire vincitori".

Dall'altra parte c'era anche un certo Gregor Townsend, oggi allenatore della Scozia.

"C'era lui, ma anche tanti altri giocatori di qualità. Ripeto, quella partita andava vinta e così è stato".

Al termine anche un giro d'onore in mezzo al pubblico del Flaminio che aveva invaso il campo, portato a spalla dai compagni.

"Ero diventato capitano dopo Massimo Giovanelli e quella era la prima partita del Sei Nazioni, culminata con una vittoria contro i campioni della competizione dell'anno precedente. Era evidente che l'atmosfera fosse incredibile e meglio di così non poteva davvero andare".

Venendo, poi, al 2007, arrivano due sfide contro la Scozia, con un gusto dolceamaro. Prima la vittoria a Murrayfield al Sei Nazioni con quei folli 8' iniziali.

"Lì ho pensato che sembrava tutto un po' inverosimile quello che stava succedendo. Mi sono detto, ok 0-21, quanto manca? Cosa facciamo nei prossimi 72'? Alla fine del primo tempo loro stavano provando a tornare in partita e bisognava gestirla in maniera diversa, anche rispetto a quanto c'eravamo prefissati all'inizio, perché nessuno si sarebbe aspettato di avere un vantaggio del genere.

  • PREVIEW: SCOZIA-ITALIA

Siamo stati in qualche modo anche bravi ad uscire dal nostro piano e ad avere un gioco che portasse a mantenere il distacco. Alla fine è stata una partita ben gestita, una vittoria cercata e portata a casa.

Purtroppo, poi, non siamo riusciti a dar seguito alla Coppa del Mondo, perdendo di 2 punti e più per errori e indisciplina nostra, punita da Paterson con un terribile sei su sei".

In entrambe quelle partite, andò in meta, segnando l'unica di quella sfida della prima fase della Coppa del Mondo in Francia, e l'ultima che sugellò il successo ad Edimburgo. Tra l'altro, in quel caso, si può quasi parlare dell'unica meta di Alessandro Troncon da tallonatore.

"Eravamo avanzanti in maul e non c'era più nessuno che potesse prendere la palla, così sono andato io. Quel pallone non si poteva tirare fuori. Davanti avevamo una mischia molto forte e quell'ovale doveva nascere e morire in quel drive".

  • NELLA SCOZIA TORNANO CHERRY E GRAY

Il giorno dopo, l'Italia intera si svegliò trovando l'urlo di Alessandro Troncon sulla prima pagina di uno dei quotidiani nazionali più noti a livello sportivo e non solo. Anche questa una rarità e una piccola pagina di storia.

"Mi hanno anche invitato nella loro sede qualche mese dopo e consegnato la prima pagina in versione gigantografia che ho a casa (foto sotto, ndr) e che è appesa a Milano assieme alle altre prime pagine significative dello sport italiano. E' l'unica che riguarda il rugby e anche quella è una bella soddisfazione.

Quell'anno eravamo in forma, come detto, peccato non aver portato a termine il ciclo con la qualificazione per la prima volta ai quarti di finale in Coppa del Mondo, in quella che probabilmente è stata la volta in cui ci siamo andati più vicini".

Quella ai Mondiali in Francia, dove arrivò a fine carriera senza club, fu anche la sua ultima partita disputata nei 102 caps in nazionale.

"Non te ne rendi mai conto nel momento in cui dentro di te continui a pensare che dopo ce ne sarà un'altra. Al fischio finale, però, ho capito che il gioco era terminato e che da lì cominciava un'altra vita".

Oggi allena l'attacco del Benetton Treviso, capace a sua volta di compiere alcune imprese, come la prima qualificazione alle fasi finali di URC e di Champions Cup, quest'ultima raggiunta poche settimane fa sconfiggendo allo Stadio Monigo lo Stade Rochelais due volte vincitore della competizione.

Gruppo che costituisce l'ossatura centrale di quello a disposizione di Gonzalo Quesada in nazionale.

"I ragazzi sono stati fenomenali, c'è poco da dire. Questo spero possa dare una consapevolezza più forte nelle loro potenzialità: hanno capito che possono vincere contro chiunque.

Affronteranno la partita in Scozia a livello mentale in maniera più determinata, consapevoli sì che si gioca ad Edimburgo e contro una buona squadra, ma che non andrà comunque ad intaccare l'approccio e la voglia di potercela fare".

La Scozia d'altronde arriverà con il dente avvelenato per la sconfitta dello scorso anno a Roma e con la volontà di provare a fare di tutto per conquistare il suo primo Sei Nazioni.

"E' una squadra che gioca bene, che ha la sua spina dorsale nel Glasgow che ha a sua volta buoni giocatori, ma anche l'Italia li ha e sono sicuro che sarà, pertanto, una partita aperta, dove entrambe possono vincere e poi naturalmente vedremo come andrà, perché possono esserci tante condizioni e fattori a determinare l'esito del match.

La Scozia stessa, comunque, penso sia consapevole che affronterà una squadra pronta allo scontro e che può competere".

Da allenatore, in passato anche con le Zebre a Parma e con le nazionali giovanili azzurre, dove si può decidere la partita?

"Per me il gioco nasce sempre davanti, quindi la conquista sarà molto importante, così come il possesso, che dovrà essere ben gestito.

Abbiamo una mischia solida che può darci la possibilità di provare a mettere in difficoltà la Scozia e potrebbe, quindi, essere un aspetto su cui dobbiamo tentare di essere superiori".