Titolo di prestigio, arrivato dopo un'annata comunque difficile per gli Azzurri e che ancora oggi in Italia rimane assegnato unicamente all'ex centro di L'Aquila, Viadana, Biarritz, Racing 92, Aironi e Wasps.
"Fu un momento bellissimo quando venni premiato - dice l'oggi tecnico dell'attacco del club transalpino di Top 14, per 95 volte nazionale italiano -. Arrivammo ultimi in quel Sei Nazioni, ma per me fu una grande soddisfazione, nonostante questo, essere riconosciuto come miglior giocatore del torneo. Se dovessi pensare oggi chi potrebbe vincere come Player of the Championship quest'anno, pur essendo ancora presto, direi probabilmente un giocatore irlandese. Ce ne sono tanti, ma forse uno che mi ha colpito particolarmente è Caelan Doris. L'Irlanda in generale penso sia favorita per il successo anche nell'edizione 2024: è una squadra che sviluppa un gioco bello da vedere e con giocatori di assoluto livello".
Un gioco che rappresenta al meglio l'evoluzione del rugby e aspetti che continuano a cambiare anno dopo anno.
"Mi ha colpito molto nel torneo di quest'anno che ad alti livelli ci sia comunque bisogno di strutture. Circa il 90% delle mete segnate sinora vengono da gioco organizzato e solo 4 su 32 sono nate da momenti destrutturati. Tutto oggi è costruito e nulla dettato dal caso. Ci sono certamente pure aspetti che andranno rivisti, penso ad esempio al gioco al piede, in particolare alle regole del fuorigioco, dato che le squadre si stanno sempre più adattando. La cosiddetta legge Dupont in Francia la fanno praticamente tutti, noi a Tolone compresi, ma va rivista perché sta togliendo un po' la bellezza di provare ad attaccare".
Dupont che a breve esordirà nel rugby a sette in vista del torneo olimpico e che in Francia attualmente è sia rimpianto che criticato.
"Il rugby Oltralpe è lo sport numero uno ed è naturale si crei un grosso dibattito attorno a tutte le vicende. C'è chi critica Dupont e chi lo appoggia, ma la sua rimane una scelta che dev'essere rispettata. E' un giocatore ancora giovane e con enormi possibilità di crescita. Vuole mettersi alla prova in una disciplina diversa e con l'idea delle Olimpiadi, oltretutto in casa, in Francia, ha inoltre già vinto praticamente tutto nel rugby a quindici, per cui la vedo come una scelta condivisibilissima e probabilmente, avendo potuto, avrei fatto lo stesso al suo posto".
Ma il posto, o meglio il ruolo, di Andrea Masi è stato principalmente quello di centro, con alcuni passaggi come estremo e anche esperimenti da apertura. Posizione, quella del 12 e 13, che oggi nell'Italia sembra ben coperta dal duo di Treviso, che lo stesso Masi ha allenato al Benetton, composto da Brex e Menoncello. Quest'ultimo, potrebbe essere il nuovo Masi?
"No, Menoncello deve assolutamente essere Menoncello e non c'è bisogno di un nuovo Masi. Tommaso è un atleta straordinario ed è stato un onore per me aver avuto la possibilità di allenarlo per due anni. E' ancora giovanissimo e sono convinto che diventerà uno dei giocatori più forti al mondo, perché ha davvero tutto quello che serve. Ha anche molti margini di miglioramento e avere la possibilità di giocare vicino ad uno esperto come Brex non può che aiutarlo per continuare la sua crescita".
Come arriva, allora, l'Italia alla partita di domenica contro la Francia?
"Credo abbia mostrato diverse cose positive nelle prime due giornate. L'Italia è una squadra che deve provare a dominare l'avversario ma per farlo deve avere il possesso, cosa che invece è mancata contro l'Irlanda e quindi va in difficoltà quando si trova a dover difendere e basta. Se hai il 40% di possesso contro una delle squadre più forti nel panorama della palla ovale, è logico che poi tutto è in salita, soprattutto perché abbiamo sofferto molto nelle fonti di gioco".
Dall'altra parte, non sembra essere un momento troppo positivo nemmeno per la Francia, che ha vinto in rimonta nel finale, soffrendo e rischiando all'ultimo contro la Scozia a Murrayfield, e che a sua volta aveva subito una severa lezione a Marsiglia contro l'Irlanda.
"E', infatti, un'altra squadra che non sta probabilmente giocando al massimo del proprio potenziale, ma nella Francia vedo un talento enorme. Hanno cambiato allenatori di avanti ed attacco e quindi sarà senz'altro necessario un po' di rodaggio, avranno bisogno di tempo prima di iniziare a performare sul serio. E poi abbiamo detto di Dupont. Manca un giocatore fondamentale, che fa la differenza in qualsiasi momento ed è capace di sbloccare situazioni dal nulla. Oggettivamente la sua è un'assenza importante e, senza di lui, si sono viste tutte le possibili lacune".