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RIPETERE L'IMPRESA

Capuozzo speed
Ange Capuozzo è stato l'eroe del ritorno al successo contro il Galles nel 2022, con una giocata all'ultimo minuto che portò al sorpasso e ad interrompere una lunga striscia di sconfitte nel Sei Nazioni

Parlare di rivelazione, quando si discute di Ange Capuozzo, ormai non è decisamente più possibile, però va pur sempre considerato che si sta analizzando un giocatore che ha ancora soltanto 25 anni, eppure è già riuscito a vincere due campionati francesi Top 14 e una Champions Cup con la maglia dello Stade Toulousain, a diventare il miglior marcatore di mete del campionato Pro D2 con Grenoble, a ricevere il premio World Rugby quale rivelazione dell'anno nel 2022 e a segnare due mete al suo esordio internazionale con la maglia dell'Italia in appena 35' giocati.

Doppietta che a nessuno prima di lui era mai riuscita al debutto in azzurro e che d'altronde è un po' la specialità della casa. Su 24 caps complessivi sinora con l'Italia, sono 12 in tutto le mete marcate (in pratica una ogni due partite, una media niente male) e tre le doppiette marcate contro Scozia, Australia e Romania.

"Quel momento, l'esordio contro la Scozia all'Olimpico, è un qualcosa che resterà indimenticabile per me. Ho avuto la fortuna di fare la mia prima partita in nazionale a Roma e nel Sei Nazioni, in uno stadio straordinario, in una competizione del genere e con così tanta tradizione".

La sua è, in effetti, una storia come quella di molti italiani di seconda o terza generazione, con nonni o altri parenti emigrati all'estero per cercare fortuna o per sfuggire alle guerre.

"Mia nonna paterna era andata a Grenoble in vacanza e si è trovata bloccata dalla Seconda Guerra Mondiale. In seguito il nonno e il resto della famiglia l'hanno raggiunta. Il lato di mia mamma, invece, è metà francese e metà per parte di nonno di origine del Madagascar" conferma l'estremo-ala della nazionale italiana.

E allora, diventa ancora più significativo avere la possibilità di indossare la maglia azzurra.

"Per me è incredibile avere l'opportunità di rappresentare un Paese con una cultura così forte, e lo è ancora di più con il pensiero di tutte quelle famiglie che hanno dovuto lasciarlo, come la mia. Da piccolo ho vissuto tanto con mia nonna e mi ha trasmesso sempre un suo pezzo d'Italia. Ascoltavo musica italiana, guardavo molti film. Poter ora giocare con la nazionale e nelle competizioni sportive più grandi che esistono, come il Sei Nazioni, è quasi inimmaginabile".

In casa d'altronde, oltre al francese, la prima lingua, soprattutto con papà Franc, è il napoletano e non si possono non seguire con continuità le vicende calcistiche del team partenopeo.

Il tutto, crescendo a Grenoble, forse una delle città più italiane di Francia, con moltissimi emigrati e là dove il 22 marzo 1997 fu scritta la storia, con il primo successo di sempre degli Azzurri sulla Francia.

"Non ero ancora nato - sorride Ange -, ma so praticamente tutto di quella vittoria, arrivata allo Stade Lesdiguieres, dove ho passato tanto tempo da piccolo e poi anche da professionista con Grenoble".

In rossoblu inizia, infatti, a muovere i primi passi nel rugby professionistico, debuttando in Top 14 ad appena vent'anni prima di lasciare nel 2022 per Tolosa. Vicino a Grenoble, a Le Pont-de-Claix è nato il 30 aprile 1999 e lì, lo scorso anno, gli hanno intitolato lo stadio locale: cosa già di per sé difficile che avvenga per un atleta vivente, farlo quando hai 25 anni ancora di più.

A Grenoble viene anche notato per la prima volta dallo staff azzurro della nazionale under 20 nel corso di un'amichevole tra la formazione Espoirs e la selezione giovanile azzurra, allora guidata dall'oggi tecnico della nazionale femminile Fabio Roselli, che lo contatta e sonda il terreno per poi portarlo al Junior World Championship in Argentina nel 2019. Ed è proprio lo stesso Roselli che lo sposta da mediano di mischia, dove giocava, ad estremo.

"Ricordo che se non sbaglio eravamo verso novembre e abbiamo disputato questa amichevole contro l'Italia under 20. La partita andò molto bene e dopo avevamo parlato con mio papà dell'opportunità incredibile di aver potuto confrontarci con gli allenatori a cui avevo detto che mi sentivo molto vicino all'Italia e che mi sarei fatto trovare pronto se un giorno si fosse presentata l'opportunità.

Qualche mese dopo, mentre ero a pranzo con la famiglia, ho ricevuto la chiamata di Fabio Roselli che mi diceva che mi sarei aggregato al gruppo per andare in Argentina.

Avevo già giocato come estremo, ma con Grenoble in quel momento giocavo soprattutto mediano di mischia. Quando Fabio mi ha chiesto se potevo giocare anche come 15, ho detto subito di sì, che lo avevo fatto in passato e al Mondiale sono sempre stato schierato da estremo, e da quel momento è iniziata, per così dire, la mia carriera in quel ruolo".

Appena tre anni prima di debuttare sui grandi palcoscenici internazionali e farsi scoprire al mondo, in quel 2022 diventato di fatto il suo anno.

Quello di estremo è un ruolo che spesso adotta in nazionale, mentre a Tolosa, dove gioca pure un certo Thomas Ramos, è più facile vederlo all'ala, posizione in cui è stato impiegato contro la Scozia nell'esordio del Guinness Sei Nazioni 2025 e che ricoprirà anche sabato contro il Galles.

"Dove mi trovo meglio? Dove la squadra ha bisogno di me! Oggi mi trovo bene, la squadra ha bisogno di Tommaso (Allan) sul campo e all'apertura abbiamo già Paolo (Garbisi) ed è una buona cosa averli assieme. Se questo comporta il fatto che devo giocare ala, allora devo dare il meglio lì. Per me non cambia nulla dal punto di vista personale, solo devo cercare di arrivare ad avere i migliori automatismi possibili in campo, perché giocare ala in una squadra rispetto ad un'altra è diverso. Una volta fatto questo, sono sicuro che andrà tutto bene".

Proprio su questo è stato incentrato il dibattito mediatico in Italia dopo la sconfitta di Murrayfield, analizzando alcune difficoltà avute dalle ali (Ange Capuozzo e Monty Ioane) nell'affrontare in difesa Duhan van der Merwe e Darcy Graham, e nell'essere poco incisivi in attacco.

La stampa specializzata si è soffermata in particolare sul calo di prestazioni rispetto al recente passato dell'ex trequarti del Benetton, ora in forza al Lyon, e sul fatto che Capuozzo sia molto più efficace quando gioca all'ala a Tolosa rispetto a quando lo fa in nazionale.

Lo stesso Gonzalo Quesada, tuttavia, in conferenza ad Edimburgo ha sottolineato come la squadra si sia trovata quasi all'ultimo e manchi pertanto del tempo utile per stare assieme e cementare il gruppo.

"Non abbiamo cambiato più di tanto il nostro progetto di gioco rispetto allo scorso anno. Contro la Scozia è vero che non abbiamo toccato tanti palloni, ma è stato anche dettato da come è stata la partita e dal fatto che giocavamo fuori casa, per cui strategicamente abbiamo impostato un gioco più al piede, per uscire in maniera più pulita dalla nostra metà campo.

Personalmente preparo le partite nella stessa maniera per ogni giocatore che devo affrontare. E' vero che come avversario diretto avevo van der Merwe, una delle ali più forti e veloci del Sei Nazioni (metaman con Dan Sheehan con 5 marcature del torneo 2024, ndr), ma quello che cerco di fare è mettere sempre la massima energia nella mia preparazione. Certo devo avere un po' di conoscenza dell'avversario, sapere come giocherà. Se preparo bene la partita individualmente e nell'analisi del mio rivale diretto, allora mi sento pronto".

Ora arriverà la sfida con il Galles, reduce da 13 sconfitte consecutive e da uno dei periodi più difficili della sua storia rugbistica. L'Italia d'altro canto, oltre alla volontà di rifarsi della sconfitta della scorsa settimana, non vince in casa contro i Dragoni dal 2007 e, data la situazione del team opposto, è quasi chiamata a vincere senza appello.

Una partita, insomma, dove si prospetta un enorme carico di pressione da una parte e dall'altra.

"Personalmente, devo dire che non mi sento nervoso. Sappiamo che è una partita molto importante, ma l'obiettivo non è tanto il Galles di per sé, quanto il voler vincere la nostra prima partita del Sei Nazioni 2025 e a Roma, davanti al nostro pubblico: è questa la motivazione principale.

Loro non stanno attraversando il loro momento migliore e dovremo, quindi, essere pronti ad una vera battaglia contro una grande squadra che arriverà qui per ottenere un risultato positivo.

Come detto, però, per noi l'obiettivo è vincere la nostra prima partita nel torneo di quest'anno e farlo qui in Italia. Altre cose non contano".

Dopo l'esordio con la Scozia, nel 2022 alla sua prima da titolare contro il Galles, nel tempio della palla ovale, il Principality Stadium, arrivò la giocata che lo fece conoscere al mondo.

Slalom irresistibile partendo dalla sua metà campo (foto sequenza qui sopra), avversari saltati come birilli all'ultimo minuto di una partita tesissima, e pallone servito sul piatto d'argento ad Edoardo Padovani. Meta, trasformazione di Paolo Garbisi e Italia che torna a vincere al Sei Nazioni dopo sette anni e 36 partite perse.

"Bellissimo. Semplicemente bellissimo. Uno dei punti più importanti della mia carriera. Quando ripenso a quel giorno, in testa tornano tante immagini, ma anche del pre-partita. Era la mia prima volta al Principality Stadium, con tanta gente nelle strade mentre arrivavamo, poi prima del calcio d'inizio erano entrati davanti a tutti Alun Wyn Jones e Dan Biggar, per celebrare le loro 150 e 100 presenze internazionali. Ci sono tante cose di cui si potrebbe parlare: è stato uno dei momenti più forti della mia vita.

Non so cosa mi fosse passato per la mente quando sono partito, forse un po' di istinto, la voglia di dare il mio meglio e di vincere. E sinceramente ho un po' di blackout di quello che è successo dopo. Mi sono come svegliato da un sogno mezz'ora più tardi negli spogliatoi".

Al termine, il Player of the Match di quella sfida, Josh Adams, decise di consegnare la medaglia ricevuta quale migliore in campo allo stesso Ange Capuozzo, in un gesto di grande sportività diventato virale a livello mediatico e social. Sabato allo Stadio Olimpico giocheranno uno di fronte all'altro.

"Anche quello, ancora una volta, come detto, fa parte di una giornata incredibile. Penso sia stato un gesto da grande campione, da vero fuoriclasse. Ho tanto rispetto per la persona e per il giocatore: sarà una bella battaglia sabato sula sua ala sinistra, la mia destra".

Dopo il Galles e la settimana di sosta, arriverà a Roma la Francia, una squadra infarcita di giocatori che Ange Capuozzo ben conosce, sia come avversari in Top 14 settimana dopo settimana, che come compagni allo Stade Toulousain, club dove milita anche Antoine Dupont, più volte votato miglior giocatore del Sei Nazioni e al mondo, oltre che medaglia d'oro olimpica nel rugby a sette.

"Ci sono tanti grandi giocatori in giro, ma credo che quello che fa la differenza in lui sia l'istinto naturale che ha. Tutti, alla fine, dal punto di vista fisico e tecnico siamo ad un livello alto ed è questo quello che è diverso. Sa leggere le situazioni come nessun altro ed è sempre il più veloce a capirle".