Un volto noto agli appassionati di rugby fa parte dai giorni scorsi del noto programma del Grande Fratello Vip nella struttura di Cinecittà.
Si tratta, infatti, di Maxime Mbandà, terza linea con un passato alle Zebre e con 29 caps e 2 mete marcate (Figi nel 2017 e Irlanda nel 2019) con la maglia della nazionale italiana, dall'esordio il 18 giugno 2016 a San Josè contro gli Stati Uniti.
E' stato uno dei 29 debuttanti sotto la guida di Conor O'Shea, attuale Executive Director of Performance Rugby per la RFU, la federazione inglese, e commissario tecnico della nazionale azzurra dal 2016 al 2019.
In tutto, ha preso parte a 5 edizioni del torneo Sei Nazioni, nel 2017, 2018, 2019, 2020 e 2021 con 16 presenze complessive nel Championship e l'ultimo match disputato a Murrayfield il 20 marzo 2021, sconfitta 52-10 contro la Scozia (allenatore Franco Smith, mentre non è mai stato convocato nella gestione di Kieran Crowley).
Nato a Roma nel 1993 da padre congolese (medico con altre quattro lauree) e madre italiana di Benevento, che è stata la principale motivatrice nello spingere il giovane Mbandà a provare la palla ovale dopo il trasferimento a 3 anni a Milano, iniziando a giocare con l'Amatori e poi con la Grande Milano dal mini rugby.
Da lì una carriera folgorante che lo ha posto nel tempo come uno dei prospetti più interessanti per dinamismo e fisicità tra le giovani terze linee del periodo, facendolo approdare prima all'Accademia Ivan Francescato e poi in campionato con la maglia del Calvisano, dove conquista due Scudetti ed un Trofeo Eccellenza.
Già nel 2014 entra nel gruppo allargato delle Zebre come permit player, per poi tornare in pianta stabile dal 2016 al 2022, momento del suo addio dopo 75 presenze e 6 mete. Nello stesso anno approda in serie A élite nella vicina Colorno e scrive il libro autobiografico "Fuori dalla mischia. Lettera a mio figlio sullo sport, la vita e il mondo che vorrei.
Nel mezzo, anche la partecipazione alla Coppa del Mondo in Giappone, ma soprattutto si mette in luce fuori dal campo, diventando volontario della Croce Gialla di Parma nel periodo della pandemia causa Covid-19.
Mesi che lui stesso definirà tra i più impegnativi della sua vita, in cui inizia portando medicinali e alimenti, per poi iniziare il lavoro più duro di trasporto di malati.
Una sua foto mano nella mano con un'anziana diventerà virale e lo porrà agli onori delle cronache, anche per le battaglie, combattute in più sedi sia da lui che dal padre contro il razzismo.
L'impegno durante l'emergenza sanitaria gli varrà anche il riconoscimento quale Cavaliere al merito, formalizzato dal Presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella, il 2 giugno 2020.
Ora, lasciati i campi da gioco, una nuova sfida come protagonista televisivo nel format tra i più conosciuti e diffusi a livello mondiale.