Per la Scozia sfuma, invece, la possibilità della prima cinquina di fila nella storia di una rivalità che rimanda indietro fino al 1871.
Un primo tempo vibrante va in archivio con la formazione ospite avanti di stretta misura.
Partenza choc degli highlanders che dopo poco più di tre minuti sono già in meta - ne marcheranno due in totale nei primi quaranta di gioco ed entrambe di straordinaria fattura.
Giocata tra la metà campo e i dieci metri scozzesi con l'inserimento di Duhan van der Merwe, che deborda e sfugge al placcaggio di Ollie Lawrence e riesce a servire Blair Kinghorn prima di essere atterrato da Tommy Freeman.
L'estremo va immediatamente al largo con il passaggio frustato verso Tom Jordan, che sfrutta la differenza di passo con gli avanti inglesi per trovare il varco giusto e poi, all'arrivo dell'estremo Marcus Smith, rientrare palla verso l'accorrente Ben White.
Il mediano di mischia corre e si tuffa oltre la linea, ma la trasformazione del ritrovato Finn Russell (uscito anzitempo dalla sfida contro l'Irlanda per un problema di concussion) non arriva e la Scozia rimane sullo 0-5.
La reazione inglese non si fa nemmeno attendere troppo e appena cinque minuti più tardi i padroni di casa si riportano avanti trovando una meta sotto ai pali che offre a Marcus Smith una facile trasformazione.
Serie di tentativi di affondo con gli avanti, fino all'ultimo provato da capitan Maro Itoje; Alex Mitchell fa uscire rapidamente palla dalla ruck, vedendo con la coda dell'occhio arrivare a tutta velocità Freeman, che sfonda la difesa scozzese inserendosi tra il co-capitano Rory Darge e Jordan (foto principale).
Il primo quarto di gara è decisamente intenso e appena a pochi istanti dallo scadere e dell'ingresso nel secondo arriva il nuovo vantaggio della Scozia.
Ancora una grande giocata, che stavolta nasce da una touche sui dieci metri inglesi con sorta di "furba" da parte di Dave Cherry, palla che viaggia rapida da White a Russell e trasmessa poi tra tutti i trequarti, fin quando Kinghorn si inserisce sfruttando il ritardo in copertura di Freeman, per poi allargare su van der Merwe.
L'ala di origini sudafricane sguscia via a Marcus Smith e viene poi placcata da Lawrence, ma riesce comunque in qualche modo a far vivere l'ovale con un offload in stile cestistico verso Huw Jones, che corre per linee dirette verso la bandierina, fingendo soltanto all'ultimo un leggero cambio di passo per evitare il disperato tentativo di Ollie Sleightholme.
Trasformazione fallita ancora una volta e punteggio che rimane sul 7-10 per tutto il resto del primo tempo, che si chiude così con la Scozia in vantaggio.
Per Huw Jones la soddisfazione anche di aver siglato la sua sedicesima meta nel Guinness Sei Nazioni, raggiungendo Stuart Hogg come giocatore scozzese con il maggior numero di marcature pesanti nel torneo
Nella ripresa calano i ritmi, inizia a subentrare il nervosismo di una sfida classica che ha attraversato i secoli, e per un quarto d'ora non arrivano grandi emozioni, solo una cospicua serie di cambi da una parte e dall'altra, e sono perlopiù le difese a brillare.
Poco prima dell'ora di gioco Marcus Smith ritrova la via dei pali per riportare in perfetto equilibrio il match sul 10-10, con l'ultimo quarto che si preannuncia interessantissimo e tutto da disputare.
Il XV della rosa torna a condurre dal 67', di nuovo con l'apertura-estremo degli Harlequins dalla piazzola, prima che il suo omonimo in forza ai Northampton Saints, Fin, porti dalla distanza al massimo vantaggio gli uomini di Steve Borthwick sul 16-10.
Il tutto, per il regista dei Northampton Saints, sotto lo sguardo dei genitori di origini scozzesi in tribuna a Twickenham.
Il finale, però, è da assoluto cardiopalma, perché la Scozia è ben lungi dal voler abdicare senza lottare contro l'old enemy, il rivale storico.
IL XV di Gregor Townsend insite e marca all'angolo con van der Merwe (giudicato Guinness Player of the Match), che raggiunge a sua volta Huw Jones e Stuart Hogg a quota sedici marcature nella kermesse.
Finn Russell, tuttavia, continua la giornata no dal tee, fallendo la trasformazione decisiva per il controsorpasso e lasciando il punteggio finale sul 16-15.
L'Inghilterra, in attesa della sfida tra Italia e Francia che chiuderà il terzo turno, tra due settimane, di nuovo all'Allianz Stadium, poterebbe ricevere gli Azzurri da seconda in classifica alle spalle dell'Irlanda, continuando la rincorsa ad un titolo che manca da cinque anni e può gioire nel riportare a Londra la Calcutta Cup, negli ultimi quattro anni saldamente in mano agli avversari.
Per la Scozia, una nuova pillola amara da mandare giù dopo la sconfitta della seconda giornata contro l'Irlanda e la sensazione dell'ennesima incompiuta. Ora, per il team del cardo, il ritorno in patria per affrontare il Galles allo Scottish Gas Murrayfield sabato 8 marzo.