Le due squadre si affrontano al Principality Stadium nel match di mezzo del Super Sabato di chiusura con sentimenti contrastanti.
Da un lato, per il Galles, la voglia di interrompere una striscia negativa di sedici sconfitte consecutive, per non rischiare anche di portarla a diciassette e originare così un nuovo record in solitaria (pari a sedici con l'Italia a livello internazionale), ma anche quella di imitare i giovani dell'under 20, capaci di strozzare in gola al "vecchio nemico" la gioia per un possibile Grande Slam, consegnando il titolo di categoria alla Francia.
Dall'altro, da parte inglese, la necessità di un successo rinvigorente per chiudere la campagna 2025 con quattro successi e giocarsi, così, fino all'ultimo e dopo cinque anni le proprie possibilità di titolo finale, approfittando di un eventuale passo falso della Francia contro la Scozia.
Le cose si mettono subito bene nel primo tempo per gli ospiti, che vanno al riposo già con il punto di bonus in tasca.
Ad aprire le marcature è capitan Maro Itoje dopo appena 2', che inizia e chiude un'azione da touche ai cinque metri su lancio di Luke Cowan-Dickie, innescando il movimento di Ben Earl e Tom Curry, prima di recuperare palla in ruck e tuffarsi oltre la linea.
Raddoppio albionico al 9' con Tom Roebuck che riceve un passaggio al largo, resiste di potenza al tentativo di placcaggio dell'estremo gallese Blair Murray e schiaccia in bandierina.
Sotto gli occhi di parte della famiglia reale e anche del selezionatore dei British & Irish Lions, Andy Farrell, si consuma un incontro altamente spettacolare e che sembra più equilibrato quando alla mezz'ora, è Ben Thomas a trovare da distanza ravvicinata l'intervallo giusto per arrivare sotto ai pali, dopo una serie di cariche degli avanti ad assorbire gli uomini in maglia bianca.
E' tuttavia solo un'illusione per i padroni di casa, che nel finale di tempo subiscono un triplo colpo da ko.
Prima con Tommy Freeman, schierato da Steve Borthwick come secondo centro per sfruttarne velocità e cambi di passo e che proprio così riesce a trovare il corridoio perfetto tra Tomos Williams ed Ellis Mee coronando una bella azione dei trequarti.
In chiusura di parziale, ci pensano poi Chandler Cunningham-South e Will Stuart a rimpinguare il punteggio, portando le squadre al riposo sul 7-33, grazie anche a quattro trasformazioni su cinque tentativi dalla piazzola di un ispirato Fin Smith.
In entrambi casi, mete nate da cariche ravvicinate, la seconda dopo revisione video del TMO per un precedente colpo di testa di Ellis Genge, che concede così al pilone di Bath la possibilità di festeggiare al meglio la sua cinquantesima presenza con l'Inghilterra.
L'inizio della ripresa è caratterizzato soprattutto dai cambi, in particolare quello che vede l'esordio internazionale di Henry Pollock, promessa del rugby inglese già nominato miglior giocatore dello scorso torneo under 20. Il suo ingresso, non senza sorprese, avviene per Freeman, con lo spostamento di Earl a centro.
Quello che non varia, comunque, è l'inerzia della partita, che vede gli ospiti continuare a prevalere e trovare la sesta meta con il mediano di mischia Alex Mitchell.
Il numero 9 dei Northampton Saints è il più lesto di tutti ad avventarsi come un falco su un pallone vagante nato da un attacco gallese a metà campo, interrotto da Elliot Daly (anche in questo caso con la testa e non in avanti), per poi calciare a seguire, raccogliere l'ovale e volare in meta portando a 40 i punti dei suoi, con l'aiuto degli extra aggiunti ancora una volta da Fin Smith.
Non può esserci debutto migliore per il giovane Pollock che bagna il suo esordio con la prima meta internazionale, dando ulteriormente la sensazione di assistere alla nascita di una nuova stella nel firmamento del rugby mondiale.
Il talentuoso ventenne approfitta di un bel passaggio all'ala del subentrato George Ford, che aveva preso nel frattempo le redini della cabina di regia da Fin Smith, per mettere in movimento le gambe, resistendo all'ultimo disperato placcaggio e volando fin oltre la linea, per scatenare la gioia della sua famiglia in tribuna.
E' un calvario senza fine per il Galles che appena tre minuti più tardi subisce anche l'ottava meta ad opera del subentrato pilone Joe Heyes, anche lui alla sua prima con la maglia dell'Inghilterra, che raccoglie un riciclo da terra di Tom Willis dopo una partenza di forza del terza linea dei Saracens.
Marcus Smith si carica sulle spalle la responsabilità di calciare tra i pali e non fallisce la trasformazione in entrambe le occasioni, con il divario che aumenta decisamente sul 7-54, quando si entra negli ultimi dieci minuti di gara.
L'ultimo ad arrendersi per i Dragoni è Ben Thomas, che va di nuovo a tabellino e si consola con la doppietta personale.
Quando tutto sembra finito, l'Inghilterra decide di mettere la ciliegina sulla torta e trovare a sua volta un doppio bis, prima ancora con il giovane Pollock protagonista di una serata memorabile, che si fa trovare pronto all'interno di Mitchell, con un'ottima linea di corsa, e poi di nuovo con Cunningham-South per la decima meta di giornata che aumenta la differenza punti in favore di Itoje e compagni.
Marcus Smith si conferma infallibile in ambo le occasioni, fissando il punteggio sul definitivo 14-68. Missione compiuta per l'Inghilterra, costretta però ad attendere notizie dall'ultimo incontro allo Stade de France di Parigi.