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2024, L'ANNO DELL'ITALIA

italy 2024
Va in archivio un 2024 ricco di soddisfazioni per il rugby italiano, culminato nel miglior risultato di sempre nel torneo Sei Nazioni maschile

L’Italia maschile terminerà l’anno al decimo posto del ranking mondiale, mentre quella femminile all’ottavo, in un anno che si chiuderà con il doppio derby natalizio di United Rugby Championship tra Benetton Treviso e Zebre, in una vera e propria festa della palla ovale italiana.

Un anno che era iniziato proprio all’insegna delle due franchigie, ma al femminile, con lo storico debutto il 7 gennaio delle due formazioni con tanto di doppia vittoria in Spagna ai danni delle Iberians Valencia e Sitges.

A inizio febbraio l’avvio del torneo Sei Nazioni under 20 e maschile, in salita con due sconfitte contro l’Inghilterra, ma di strettissima misura (24-27) quella del team seniores, guidato per la prima volta nella kermesse dal nuovo tecnico argentino Gonzalo Quesada.

Una settimana più tardi, il 9 febbraio, sono gli Azzurrini a sfiorare l’impresa, venendo sconfitti 23-22 soltanto nel finale dai pari età dell’Irlanda, imbattuti da oltre due anni tra le mura amiche, mentre il XV seniores rimedia una sconfitta pesante a Dublino due giorni dopo per 36-0 contro i campioni in carica del Championship.

Bisogna attendere la terza giornata, tuttavia, per celebrare a pieno i miglioramenti del rugby italiano.

Prima è di nuovo l’under 20 a compiere l’impresa, vincendo per 20-23 per la prima volta in terra francese e, poi, due giorni dopo, il 25 febbraio, gli Azzurri impongono ai transalpini un clamoroso pareggio 13-13 a Lille, con tanti rimpianti per quel ultimo calcio sbagliato da Paolo Garbisi, costretto a concludere la sua rincorsa in fretta e furia dopo la caduta del pallone dal supporto.

Nel mezzo, il 24 febbraio, il giusto riconoscimento anche per il movimento arbitrale, con la prima designazione di un fischietto azzurro, il bresciano Andrea Piardi, per un match del torneo Sei Nazioni, nella sfida dell’Aviva Stadium tra Irlanda e Galles.

Ad inizio marzo, dopo la notizia del ritiro di Jake Polledri (20 caps), vengono annunciati i calendari per il torneo 2025 – esordio il 1 febbraio in Scozia e ultima all’Olimpico il 15 marzo contro l’Irlanda per l’Italia.

Lo stesso giorno, il 9 marzo, gli Azzurri centrano per 31-29 il primo successo casalingo sulla Scozia a nove anni di distanza, bissando uno storico weekend iniziato con la vittoria dell’under 20.

Nell’ultimo fine settimana, i ragazzi di Massimo Brunello non riescono a migliorare il risultato della stagione precedente, facendosi rimontare all’Arms Park dal Galles nella ripresa (27-15), mentre la nazionale maggiore fa la storia imponendosi 21-24 il 16 marzo, salendo all’ottavo posto nel ranking World Rugby, ma soprattutto chiudendo il Sei Nazioni in perfetto equilibrio con due vittorie, un pareggio e due sconfitte: miglior risultato dall’ingresso nel 2000.

In quel match, Lorenzo Pani segna una meta straordinaria che il 3 aprile verrà riconosciuta come la più bella della venticinquesima edizione del torneo.

Verso la fine di marzo arrivano anche la notizia del ritiro del seconda linea Marco Fuser (azzurro 625, 41 caps e una meta contro la Scozia nel 2016) e l’avvio del Sei Nazioni femminile.

Le Azzurre partono con una sconfitta pesante contro le campionesse in carica dell’Inghilterra, 0-48, ma si rifanno una settimana dopo, imponendosi 21-27 a Dublino e andando così a centrare la prima storica affermazione in Irlanda, nel segno di Vittoria – nomen omen – Vecchini, autrice di una doppietta e player of the match.

Il 5 aprile continua il momento d’oro, con il riconoscimento a Tommaso Menoncello quale Player of the Championship, miglior giocatore del torneo Sei Nazioni maschile 2024.

Ad aprile continua, senza purtroppo grandi soddisfazioni, la manifestazione femminile, che vede le sconfitte contro la Francia, nonostante la doppietta di Alyssa D’Incà, la cui seconda meta sarà poi giudicata il 14 maggio la migliore del torneo; contro Scozia e infine Galles, nel ritorno al Principality Stadium nel giorno delle 100 presenze azzurre di Lucia Gai, seconda di sempre ad entrare nel novero delle “centurione” dopo Sara Barattin.

Nel mezzo, vengono anche annunciate le date delle Autumn Nations Series, che a novembre vedranno gli Azzurri affrontare Argentina, Georgia e Nuova Zelanda.

Maggio e giugno sono solitamente i mesi degli annunci e delle conclusioni dei campionati.

Nell’ordine si ritirano dal rugby giocato il pilone Lorenzo Cittadini (58 caps), il mediano Edoardo “Ugo” Gori (69), il tallonatore Oliviero Fabiani (10) e il centro Giulio Bisegni (16).

Dopo l’addio di Marius Goosen, destinato a seguire Kieran Crowley in Giappone, l’Italia sigla un accordo con Richard Hodges come nuovo assistente per la difesa, mentre Beatrice Rigoni e Alyssa D’Incà vengono inserite nel XV ideale del Sei Nazioni femminile.

Quest’ultima viene anche riconosciuta come miglior atleta del campionato italiano e riconquista il 25 maggio a Casale sul Sile, provincia di Treviso, con il suo Villorba, un titolo che mancava dal 2019, battendo il Valsugana in finale per 19-12, mettendo in bacheca per il club gialloblu il secondo scudetto della sua storia recente.

Giugno si apre con il quindicesimo titolo nazionale per il Petrarca Padova, che allo Stadio Lanfranchi di Parma, sconfigge 28-10 il Viadana nella finalissima e saluta nel migliore dei modi il tecnico Andrea Marcato, con Alessandro Lodi destinato alle accademie giovanili di Treviso e Zebre Parma e alla guida della nazionale under 20 assieme al già annunciato (l’8 maggio) capo allenatore Roberto Santamaria, che subentra a Massimo Brunello, spostato sulla panchina delle Zebre.

Il 9 il Benetton Treviso perde di misura, 30-23, a Pretoria contro i Bulls il primo storico match dei quarti di finale di URC, dopo aver subito un secondo stop consecutivo in semifinale di Challenge Cup contro Gloucester (l’anno precedente era stato, invece, il Tolone ad arrestare la corsa del XV della Marca).

A fine mese, l’Italia si raduna prima a L’Aquila e poi in Nuova Zelanda per preparare le Summer Series che vedranno gli Azzurri tornare nel Pacifico per affrontare Samoa, Tonga e Giappone, mentre l’under 20 parte per il Junior World Championship in Sudafrica, iniziando l’avventura con una sconfitta 55-15 contro i padroni di casa, ma rifacendosi prontamente con il successo per 17-12 sull’Australia.

Nel frattempo, debutta proprio in Italia, a Parma, la prima edizione delle Women’s Summer Series under 20 che avranno proprio le Azzurre tra le protagoniste con tre successi in altrettante partite (17-13 sulla Scozia, 24-17 contro l’Irlanda e 33-19 nel match di chiusura con il Galles), vedendo riconosciuto ulteriormente il proprio valore con la nomina della terza linea Margherita Tonnellotto tra le migliori della kermesse.

A luglio le cose non vanno troppo bene per l’under 20 maschile, in grado di battere la Spagna, ma sconfitta per due volte dalla Georgia e costretta così a chiudere il Junior World Championship al decimo posto.

Così come non inizia nel migliore dei modi il tour estivo dell’Italia, che cede per 33-25 ad Apia contro Samoa, rifacendosi tuttavia una settimana dopo contro Tonga (14-36) e nel test conclusivo sul Giappone (14-42).

Il 18 luglio il patavino Andrea Rinaldo, ex seconda linea di Petrarca ed Italia, annuncia la sua candidatura – la prima di un italiano – alla guida di World Rugby.

Il 7 agosto viene pubblicato il calendario del torneo Sei Nazioni under 20 2025, che vedrà l’Italia tornare in campo in Scozia il 31 gennaio e chiudere a Treviso il 14 marzo contro l’Irlanda.

La ripartenza della stagione segna anche l’arrivo delle nuove divise dell’Italia, ispirate al genio di Michelangelo e al Rinascimento, mentre l’11 settembre anche la formazione femminile può conoscere il suo destino nel prossimo Championship: esordio il 23 marzo in Inghilterra, chiusura casalinga il 26 aprile con il Galles.

Settembre mese di novità e cambiamenti. Il 15, a Bologna, l’assemblea ordinaria elegge Andrea Duodo quale ventiduesimo presidente della Federazione Italiana Rugby.

A fine mese, si ritira il seconda linea David Sisi (30 caps), che entra nello staff delle Zebre Parma, che al secondo turno di URC conquistano uno storico successo per 42-33 sulla Red Army di Munster.

Intanto, parte anche il secondo WXV per l’Italia femminile, arrivata in Sudafrica sulle ali dell’entusiasmo per la vittoria nell’ultimo test sul Giappone (24-8), ma sconfitta all’esordio dalla Scozia nel diluvio per 19-0.

Ad ottobre, le Azzurre riescono comunque a rifarsi, battendo prima il Galles (8-5) e poi le padrone di casa del Sudafrica (23-19), venendo poi anche a conoscere calendario, sedi ed avversarie della prossima Coppa del Mondo in Inghilterra. Nel 2025, l’Italia femminile affronterà ad Exeter, York e Northampton la Francia, il Sudafrica e il Brasile.

Novembre è il mese dei test e delle Autumn Nations Series, ma non solo.

L’Italia parte male, perdendo 18-50 ad Udine contro una forte Argentina, ma si rifà una settimana dopo sconfiggendo a Genova in rimonta la Georgia (20-17), prima di chiudere con una prova tutta cuore 11-29 contro gli All Blacks a Torino, nello storico debutto all’Allianz Stadium, casa della Juventus.

Il giorno dopo, il 24 novembre, Sergio Parisse – 142 caps e a lungo capitano degli Azzurri – diventa il primo italiano di sempre ad entrare nella Hall of Fame di World Rugby.

Il 4 dicembre, infine, Fabio Roselli viene annunciato come nuovo allenatore della nazionale femminile, subentrando a Giovanni Raineri.

Un anno, insomma, ricco di novità per il rugby italiano, in attesa di iniziare nel migliore dei modi il prossimo Sei Nazioni, per il quale è già stata superata quota 100mila biglietti venduti.