Partita che più altalenante non si potrebbe all'Allianz Stadium, il tempio sacro del rugby inglese di Twickenham, con l'Inghilterra che parte in scioltezza guadagnando un rassicurante gap grazie alla doppietta del terza linea Cunningham-South, ma che poi si vede rimontare dall'Australia fino a chiudere la prima frazione di gioco sotto sul 18-20.
Ad inizio ripresa, i green and gold aumentano poi ulteriormente il divario fino al massimo vantaggio di +10.
A quel punto, un'altra doppietta regala rimonta e controsorpasso ai padroni di casa, stavolta ad opera del figlio d'arte di Northampton, Sleightholme che, con la collaborazione di un ispirato Smith, rimette avanti sul 30-28 gli albionici a dieci minuti dalla fine.
Tutto deciso? Macchè! L'Australia trova ancora una speranza con l'iniziativa di Kellaway che spezza l'entusiasmo dei tifosi britannici, ma solo per 3', il tempo necessario ad Itoje di rimettere avanti di nuovo il XV della rosa, che riesce a restarci fin oltre l'ottantesimo.
Quando il tempo è abbondantemente diventato rosso arriva, però, l'ultimo colpo di scena e la meta di Jorgensen che distrugge definitivamente le speranze dell'Inghilterra, alla seconda sconfitta nelle Autumn Nations Series dopo quella della scorsa settimana contro gli All Blacks, e rilancia invece i Wallabies con una vittoria scaccia crisi che consente a Joe Schmidt di interrompere la striscia di sconfitte post Rugby Championship.
La cronaca. Attorno al 5', Smith attacca la linea in solitaria e con un calcetto a seguire trova l'elastico giusto per far terminare la palla in mano a Lawrence. Riciclo veloce con belle mani tra George e Genge, ovale che arriva al largo dove ci sono le terze linee Earl, che effettua l'ultimo passaggio, e Cunningham-South che vola in bandierina.
Reazione ospite affidata al piede di Lolesio dalla distanza di 45 metri, ma l'Inghilterra sembra in assoluto controllo, in particolare grazie ad una regia sapiente e creativa ad opera di Smith.
Calcio libero ravvicinato alla linea di meta australiana battuto velocemente da Genge, che trova ancora libero Cunningham-South, potente quanto basta per arrivare oltre e portare lo score sul 12-3.
Dopo il primo quarto di gara, Feyi-Waboso è costretto a lasciare il campo - gli ufficiali di gara vengono allertati dalla nuova tecnologia a disposizione con i paradenti intelligenti di una possibile concussion -, al suo posto subentra Sleightholme al terzo cap internazionale e il miglior marcatore di mete dell'ultima Premiership rimarrà poi in campo per tutto il match, giocando un ruolo a tratti fondamentale.
Dall'altra parte, a cogliere l'occhio è soprattutto il ventunenne Suaalii, proveniente con ricco contratto dal Rugby League e schierato secondo centro da Schmidt, capace di grandi giocate ed imprevedibilità, che dimostra la bontà della scelta sin dalla sua prima apparizione in maglia oro.
Una sua magia, ad una mano in stile cestistico, impegnando due avversari diretti lancia l'estremo Wright verso la prima meta australiana, riducendo il gap, che i padroni di casa provano nuovamente ad allargare, stavolta dalla piazzola con Smith.
Tra fine primo tempo e inizio ripresa, l'Australia affonda tuttavia il colpo che al termine si rivelerà decisivo nell'economia del match.
Il mediano di mischia appena subentrato McDermott inventa la giocata che coglie impreparata la difesa albionica e serve sul vassoio d'argento la meta del 18-17 a Wilson, prima di andare addirittura in vantaggio al riposo grazie ad una punizione di Lolesio.
I Wallabies ripartono con altrettanta energia nel secondo tempo, con Suaalii sempre più a suo agio nel nuovo ruolo.
Da una giocata in touche, gli ospiti provano ad esplorare il lato chiuso con il tallonatore Faessler. Il terza linea McReight impegna l'avversario diretto e serve il seconda linea Williams, che riesce a tuffarsi in bandierina. La decisione dal campo è meta e la revisione video del TMO non chiarisce se ci siano motivi per non convalidarla, mandando a distanza di break gli uomini di Schmidt, che trovano poi anche il massimo vantaggio a +10 sfruttando al meglio l'indisciplina inglese.
A reagire è allora il solito Smith che chiama da mischia la giocata con cambio di senso attaccando direttamente sul passaggio di Spencer. A ridosso della difesa arriva poi il delizioso calcetto che trova sguarnita la seconda linea difensiva australiana e consente a Sleightholme di planare nella terra promessa per il 23-28.
Poco prima dei dieci minuti conclusivi, l'Inghilterra si riprende il vantaggio nel match con una bella giocata al largo che mette in movimento il terza linea di riserva Dombrandt, bravo a sua volta nel passaggio frustato di soli polsi che lancia Sleightholme al largo e, nel pomeriggio inlgese di pura follia, gli uomini di Steve Borthwick tornano avanti sul 30-28.
Dieci minuti da giocare e tutto che sembra incanalarsi verso un nuovo controllo da parte dei padroni di casa, che però non considerano ancora una volta la reazione australiana.
Kellaway approfitta dell'errore nell'intesa tra il subentrato Ford e il centro Lawrence per volare in meta a cinque minuti dalla fine.
Le continue montagne russe fatte di alti e bassi costanti non sono ancora finiti, perché l'Inghilterra rimette la testa avanti con Itoje e si arriva all'ottantesimo sul 37-35.
L'ultima occasione per i Wallabies la concede, però, proprio lo stesso Itoje con un in avanti sulla ripartenza. Dopo una serie di reset, l'Australia trova finalmente il momento propizio per andare al largo e mettere l'ala di riserva Jorgensen in condizione di siglare il 37-42 definitivo.
L'Inghilterra nella sua storia non aveva sino ad oggi segnato così tanti punti nello stadio di casa e perso, ma quello odierno è stato decisamente un match straordinario in cui tutto poteva succedere.
L'ultimo dato vede la nomina di Suaalii come Player of the Match e la sensazione che alle Autumn Nations Series sia appena nata la prossima stella globale del rugby mondiale.