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LA MIGLIORE DELLA SERIE

Margherita Tonellotto ITA
Margherita Tonellotto, terza linea del Valsugana e della nazionale azzurra under 20, è stata giudicata MVP delle Women's Summer Series per l'Italia, oltre che Player of the Match contro Scozia ed Irlanda.

"Le Women's Summer Series sono state un torneo senz'altro molto soddisfacente, così come l'essere giudicata la migliore dell'Italia - il commento della giocatrice di Piazzola sul Brenta, provincia di Padova -. E' stato un anno impegnativo tra la maturità a scuola e il campionato italiano, che personalmente non si era concluso nel migliore dei modi.

Mi era rimasta un po' di amarezza non solo per la sconfitta in finale contro il Villorba, ma anche per come avevo giocato, per cui ora essermi comportata bene a Parma e vedere i miei sforzi ripagati rappresenta una buona rivincita, anche perché abbiamo giocato con ragazze della stessa età e più o meno dello stesso livello e questo aiuta a capire dove si può ancora migliorare.

Dovrò continuare a lavorare dal punto di vista fisico-atletico e poi, dato il mio ruolo, vorrei crescere nella parte difensiva. Questo come focus principale, oltre al quale ci sono altri dettagli che verranno con il tempo".

Non sono mancati, comunque, i punti di forza, evidenziati nel corso dei tre match contro Scozia, Irlanda e Galles, vinti tutti dall'Italia - unica formazione a completare l'en plein assieme alla Francia -, e nei primi due con il riconoscimento quale Player of the Match.

"In difesa credo di cavarmela abbastanza bene e quello che mi viene meglio è probabilmente il recupero palla. Sono, inoltre, contenta del lavoro mentale fatto in campo.

Già lo ero stata in campionato, ma ancora di più in queste Women's Summer Series dove sono riuscita a non pensare a nulla se non a quello che dovevo fare, rimanendo concentrata sul momento, pensando minuto per minuto e anzi quasi azione per azione. Gli errori ci stanno, tutti sbagliamo, ma è importante poi come reagisci: è quello che fa la differenza".

Il giocatore a cui guardare con ammirazione è il neozelandese Ardie Savea, ma nello staff azzurro dell'under 20 guidata da Diego Saccà, da Melissa Bettoni ad Elisa Facchini, passando per Michela Tondinelli, Michela Merlo e Paola Zangirolami, non mancano gli esempi di grandi giocatrici del passato cui ispirarsi.

"Averle con noi da un certo senso di continuità - conferma -, portano la loro esperienza e un po' impressiona pensare che giocatrici che vedevo in campo fino a poco tempo fa e che, per così dire, idolatravo, ora mi allenano".

Lo scorso anno aveva preso parte al Festival Sei Nazioni under 18 in Inghilterra e ora la prima volta della kermesse under 20: un passaggio fondamentale che mancava e che aiuterà in maniera esponenziale la crescita delle giocatrici e dell'intero movimento rugbistico femminile, dentro e fuori dal campo.

"Personalmente, mi considero abbastanza introversa, almeno all'inizio. Sono partita per due settimane lontana da casa, con un gruppo che conoscevo poco e quindi magari in avvio sentivo un po' di difficoltà, ma poi abbiamo creato uno splendido rapporto, anche grazie alle vittorie e porto con me un'esperienza condivisa incredibile, in cui mi sono trovata molto bene con compagne e staff.

Penso sia un qualcosa di molto formativo, perché giochi contro squadre che hanno un concetto di rugby diverso e allo stesso tempo culture differenti, quindi anche i momenti fuori dal campo sono stati positivi e anzi sarebbe stato bello avere ancora più momenti di scambio.

Sono assolutamente molto contenta delle Women's Summer Series, considerandole pure nell'ottica del passaggio, come un'anticamera che può aiutarci molto verso la prima squadra.

Noi partiamo tardi a giocare a quindici e non è semplice passare subito all'alto livello. Così, invece, inizi ad entrare a contatto con tutto quello che rappresenta questo tipo di ambiente, come gestire raduni lunghi e partite che già si avvicinano a quelle delle seniores e ti aiuta quindi a capire cosa viene dopo".

Rugby, come spesso accade, questione di famiglia, con papà Andrea, ex pilone del Mirano, storico team bianconero della provincia di Venezia, che la portava al campo già da piccola e che dal prossimo anno guiderà proprio la mischia del Valsugana e sarà, dunque, nel duplice ruolo di genitore e allenatore.

"Posso dire di essere quasi nata e cresciuta su un campo da rugby. Non è la prima volta che papà mi allena, dato che l'ho già avuto con me nel Comitato Regionale Veneto. Averlo ora con il Valsugana vorrà dire aggiustare qualche comportamento e cercare di avere un rapporto pacifico" sorride l'MVP azzurra, seguita allo Stadio Lanfranchi da tutta la famiglia, compreso il cagnolino Pablo, un piccolo chihuahua di 2 anni diventato un po' la mascotte della squadra.

Il riconoscimento di migliore per l'Italia diventa ancora più significativo se si considera che Margherita ha sostenuto, come detto, gli esami di quinta superiore del liceo scientifico con indirizzo scienze applicate appena cinque giorni prima del raduno di Reggio Emilia e ad una settimana esatta dal match d'esordio nel torneo contro la Scozia.

Gestire campo e studi è stato tutt'altro che semplice, ma alla fine sono arrivate prove superlative nel gioco e un 91 finale alla maturità che ora la proietta verso il futuro, con opzioni indirizzate tra ingegneria e altre materie STEM all'università.

Nessun dubbio nemmeno sui momenti più significativi delle due settimane passate in terra ducale.

"Certo sicuramente ha fatto piacere vincere due premi quale miglior giocatrice in campo, ma penso anche ad un'azione dell'ultima partita contro il Galles in cui ho fatto una bella ripartenza da mischia come numero 8, un ruolo in cui mi piacerebbe giocare in futuro".

Anche la dedica per la gratificazione di MVP italiana delle Women's Summer Series femminili under 20 del 2024, infine, così come i momenti vissuti nella Pianura Padana tra Reggio Emilia e Parma, è condivisa.

"Dedico il premio alla squadra, perché se non avessimo giocato tutte come abbiamo fatto, non avrei potuto avere questo riconoscimento - conclude -. Il pensiero va, quindi, a tutte le ragazze e allo staff, che ci ha permesso di giocare così".