Tesserata con la Neapolis Campania Felix, è cresciuta nell'Amatori Napoli ma ha anche indossato le divise di Rugby Black Knights e Amatori Rugby Torre del Greco, oltre che quella della franchigia delle Zebre.
"Ho iniziato a giocare a rugby grazie a mia sorella e dopo aver conosciuto questo sport nella scuola, quando avevo circa nove anni e mezzo - racconta l'atleta della prima linea azzurra -. Come tutte naturalmente si gioca misto con i maschi fino all'under 12, poi in under 14 sono passata in prestito all'Amatori Napoli e ho iniziato il mio percorso nel femminile, con i primi risultati, i raduni di area e tutta la trafila che mi ha portato fino alla nazionale".
Le Women's Summer Series sono state in tal senso un ulteriore passo verso la crescita delle future campionesse del rugby europeo, dopo i Festival under 18.
"Sono stata molto contenta di aver partecipato lo scorso anno al Festival under 18 in Inghilterra e altrettanto all'esperienza in under 20 a Parma. Il livello è sicuramente stato più alto, ma non ho notato proprio un'eccessiva differenza, pur non essendo proprio le stesse ragazze della precedente manifestazione. Ho avuto anche l'opportunità di conoscere persone nuove e ci siamo integrate in un magnifico gruppo".
Fondamentale in questo anche l'apporto dello staff tecnico, su tutte basterebbe pensare ad una figura leggendaria del rugby femminile italiano come Melissa Bettoni, punto fermo dello stesso reparto di Antonella Maione.
"Tutti i tecnici sono stati i primi ad aiutarci e a sostenerci, sempre e a prescindere dal risultato. Credo si debba comunque migliorare tutti i giorni e che ogni volta ci sia l'occasione per imparare qualcosa di nuovo. Se devo pensare, invece, ad un punto di forza dico la cazzimma napoletana, di quella ne ho da vendere".
Carattere che, dunque, non manca alla giocatrice, come d'altronde i modelli a cui ispirarsi.
"Del rugby mi piace soprattutto il rispetto, una forma di comportamento che non c'è in tutti gli sport. Quando ero più piccola mi ispiravo a Martin Castrogiovanni e grazie a lui ho iniziato ad avere il sogno di poter indossare un giorno la maglia azzurra. Ora che ho potuto raggiungere questo primo traguardo ne sono molto onorata e sono ancora più felice essendo l'unica napoletana, sono una tra tante che è stata scelta e ora sono qui".
Proprio mentre si parla di Sud Italia e idoli, alle spalle di Antonella fa la sua comparsa Giada Franco, stella del rugby azzurro, emersa di prepotenza nell'edizione dei record del Sei Nazioni femminile 2019, chiuso dall'Italia al secondo posto.
"Finalmente" il commento della terza linea ex Harlequins ora in forza al Colorno alla domanda su cosa ne pensi del fatto che sia arrivata un'altra ragazza campana come lei (originaria di Salerno, ndr) in nazionale e Antonella immediatamente replica "La seguivo quando giocava e Giada è diventata per me un modello ulteriore d'ispirazione quando ho scoperto che avevamo origini simili".
Proprio come Giada Franco, c'è il sogno di volare oltralpe prima o poi.
"Se penso ad un desiderio per il futuro, in effetti, vorrei fare un'esperienza all'estero, anche se non ho ancora sinceramente una meta precisa. Mi piacerebbe esplorare, dato che comunque amo viaggiare e conoscere zone nuove. Fuori dal campo, mi piace molto stare con i miei amici, facciamo tante cose assieme e poi mi sostengono tanto anche quando gioco".
Le Women's Summer Series allo Stadio Lanfranchi l'hanno comunque vista tra le protagoniste e impresso un ricordo indelebile nella sua memoria.
"In tutte le partite sono stata un po' in ansia dall'inizio alla fine, anche quando non ero in campo, ma penso si siano viste cose molto positive. Nel rugby i miei momenti migliori sono stati proprio quelli di aver avuto la soddisfazione di giocare con la nazionale, a partire dalle prime partite e vittorie nel Festival Sei Nazioni e poi appunto le Women's Summer Series. Sono momenti belli e che non vivi ogni giorno, queste ultime poi le abbiamo fatte in Italia. Sono emozioni uniche e che non si possono descrivere in una sola parola".
Il rugby, soprattutto al femminile, si sta caricando spesso sulle spalle battaglie importanti negli ultimi anni. Cosa significa per Antonella Maione essere un'atleta che rappresenta l'Italia nella palla ovale?
"Fortunatamente non ho mai sentito pregiudizi sul fatto che giocassi a rugby e allo stesso tempo non sono una cosa che mi interessa.
Mi sono, invece, capitati episodi curiosi in cui ho fatto quasi promozione a questo sport. Una volta mentre andavo ad un raduno, in treno un signore mi ha visto con la divisa e mi ha chiesto informazioni sul rugby perché gli sarebbe piaciuto portare a giocare la figlia che aveva 14 anni.
Penso non ci sia un'età necessariamente giusta per iniziare, anzi prima si comincia e meglio è, perché è fondamentale per la crescita del femminile e più facciamo conoscere questo sport e maggiore sarà il ritorno, così come non deve esserci alcuna differenza tra uomini e donne che praticano attività sportiva".