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TUTTO PER LA MAGLIA

Nicole Mastrangelo ITA
Lo scorso anno in Sudafrica nel WXV, Nicole Mastrangelo ha debuttato con la nazionale maggiore, saltando solo all'ultimo per infortunio il Sei Nazioni 2024, ma candidandosi ora ad un ruolo da protagonista nelle prossime Women's Summer Series under 20 a Parma.

Una giornata senz'ombra di dubbio da ricordare e piena di emozione quella del 20 ottobre 2023 a Città del Capo per lei, che al 34' subentra come mediana di mischia a Francesca Granzotto, uno dei primi esperimenti di coach Giovanni Raineri per iniziare a pensare al dopo Sofia Stefan, mettendo a numero 9 la trevigiana in forza alla Capitolina solitamente schierata come ala o estremo.

Un colpo alla spalla e arriva il momento della sua compagna di club, poi in panchina anche contro gli Usa nel match conclusivo della neonata competizione nel gruppo 2, che a fine settembre tornerà nella Rainbow Nation.

Il tutto in una partita da tre esordi totali in azzurro con gli innesti pure della terza linea Elena Errichiello e dell'utility back Sofia Catellani.

Tensione ed agitazione fortunatamente smorzate da un pizzico di divertimento con un episodio particolare appena pochi minuti prima di scendere in campo.

"Dallo scorso anno erano stati testati i nuovi paradenti intelligenti che misurano la possibilità che un'atleta abbia subito una concussion - commenta Nicole Mastrangelo -. Io ho iniziato il riscaldamento tenendolo come faccio di solito nel calzino e sono andata a terra durante un esercizio, mandando così in confusione la trasmissione dati.

A quel punto ho sentito chiamare il mio nome dallo staff e dagli ufficiali di gara perché dicevano che dovevo sottopormi al protocollo HIA, ma senza essere in campo.

Nemmeno il tempo di riderci sopra che chiamano nuovamente il mio nome, ma stavolta avevo visto a terra Francesca ed era arrivato il momento di entrare. E' stato tutto molto surreale, però mi ha aiutato a stemperare la tensione: non so come sarebbe andata altrimenti".

E oltre ad un'esperienza da ricordare - con tanto di vittoria all'esordio per 18-36, in un torneo con tre successi, chiuso al secondo posto dietro alla Scozia solo per differenza punti -, fra le Azzurre nascono rapporti fatti di amicizia e condivisione, in particolare con il pilone di Colorno Alessia Pilani.

"Alessia è stata una scoperta. Come me, anche lei si è infortunata di recente (rottura del ginocchio, ndr) per cui prima di andare a Parma, farò un salto a trovarla a casa sua ad Imola.

Quella in Sudafrica è stata una bellissima avventura e non mi aspettavo di entrare così in sintonia con le mie compagne. Ciò che ho capito è che oltre ogni tipo di difficoltà, bene o male c'è sempre qualcuno che è pronto a darti una mano e non è per niente scontato, soprattutto da parte delle più grandi, che hanno già una maturità ben diversa dalla mia.

Ora mi sto allenando e ce la sto mettendo tutta per poter tornare presto assieme a loro. L'esperienza con l'under 20 spero possa aiutarmi, perché in fin dei conti sono ancora piccola e mi servono molte ulteriori partite".

Nella terra degli Springboks, tuttavia, non sono nati soltanto nuovi splendidi sodalizi, ma anche un appellativo da mantenere.

Se Nicky può sembrare tranquillamente evidente quale diminutivo di Nicole, a molti potrà risultare decisamente più criptico quello di "Gattina".

"E' colpa di Alissa Ranuccini - ride -. Tra i miei hobby c'è quello dell'uncinetto e così mi sono portata in valigia assieme a tutto il materiale anche dei gomitoli di lana, per lavorare nei momenti di pausa e stacco. Quando li ha visti, ne è uscito il soprannome, come se fossi una gatta che ci gioca.

E' una passione che è incominciata nei momenti di noia della pandemia, in cui non sapevo cosa fare. Mi piace un po' tutto, ma in particolare dedicarmi ai vestitini per bambini".

Voci di corridoio dicono che al termine della tournée, abbia regalato un fiore all'uncinetto a compagne e membri dello staff.

Quasi il volto perfetto per la campagna lanciata dalla Federazione Italiana Rugby nell'ultimo Guinness Women's Six Nations denominata proprio "Io faccio la maglia", per combattere e abbattere i troppi stereotipi e pregiudizi che ancora oggi accompagnano lo sport femminile.

Un'occasione successiva di tornare ad indossare la divisa della nazionale seniores, in effetti, poteva arrivare appunto già quest'anno, con l'inserimento nel gruppo proprio per il torneo Sei Nazioni, ma un infortunio alla mano (rottura del secondo metacarpo in quattro parti) in uno degli ultimi allenamenti prima della sfida contro l'Inghilterra, le ha impedito di partecipare per la prima volta al Championship.

Operazione lampo particolare con un mezzo di sintesi con fissatore esterno che le permetteva comunque di muovere l'arto e con conseguente possibilità di giocare le ultime due partite con la "sua" Capitolina, ed ora eccola pronta a ripartire nel roster scelto dal tecnico Diego Saccà per affrontare le prime Women's Summer Series under 20 della storia, in un'Italia di cui l'ex Lazio dovrebbe essere uno dei punti fermi.

"Posso considerarmi fortunata negli ultimi anni, sia questo che lo scorso. Essendo del 2003, non sono riuscita a rientrare nell'under 18 e quindi rischiavo di dover approdare direttamente dalle giovanili alla maggiore. La nascita della nazionale under 20, invece, mi può aiutare nel passaggio e ne sono molto contenta, intanto perché significa che tutto il movimento sta crescendo e poi per l'avere una possibilità che, prima di noi, le ragazze italiane non hanno potuto avere.

Non sono una persona che parla molto di sogni, cerco di stare con i piedi per terra, fissando obiettivi a breve termine che poi possano aiutare nella realizzazione di quello a lungo raggio, vale a dire il poter giocare in nazionale, come vero e proprio coronamento di tutto il tragitto. L'under 20 può diventare, in questo senso, un tassello ulteriore per arrivarci. La nazionale per me è un'emozione, è un sospiro di sollievo per tutti i sacrifici che fai sin da quando sei piccola".

Un percorso, di fatto, altrettanto particolare quello di Nicole, ma che in fondo spesso accomuna molte giocatrici del Bel Paese.

L'inizio a 7 anni nella Lazio, spinta manco a dirlo da un fratello, Emiliano di 5 anni e mezzo più grande, e poi dall'avvio alla pratica pure del gemello Edoardo.

In under 8 vince l'allora Trofeo Topolino (foto qui sotto), la massima espressione del mini rugby nella penisola. Poco prima del secondo anno di under 12, l'ultimo in cui ragazze e ragazzi possono per regolamento giocare assieme, lascia a malincuore la Lazio e approda alla Capitolina con il fratello gemello Edoardo.

A 12, pur continuando a restare nell'ambiente dell'URC si ritrova senza squadra, non essendoci formazioni femminili nel Lazio, e con la sola possibilità di partecipare agli allenamenti delle selezioni regionali, preparandosi per due anni quasi in solitaria, prima che a far scattare la scintilla ci pensi di nuovo un familiare. E stavolta è il turno di mamma Debora.

"Si può dire che io sia praticamente nata sui campi da rugby, seguendo mio fratello Emiliano sin da piccolissima. Quando avevo pochi mesi di vita ero già con lui in una trasferta in Galles. Poi è stata la volta di Edoardo, così anch'io mi sono buttata e non ho più smesso, trovando tanti amici alla Lazio che mi è dispiaciuto lasciare sapendo che sarebbe stata l'ultima stagione con loro.

Quando siamo passati alla Capitolina all'inizio, non essendoci una squadra femminile, guardavo da fuori e poi ho iniziato ad allenarmi con i ragazzi. Sono stata accolta a braccia aperte, trovando un'altra famiglia, con gli allenatori che organizzavano amichevoli e chiedevano alle altre squadre se potevo giocare anch'io, e cambiandomi da sola nello spogliatoio dell'arbitro.

Poi mia mamma ha iniziato a fare lunghi giri di telefonate, cercando di coinvolgere tutte le ragazze della zona per far nascere la sezione femminile della Capitolina, partendo dall'under 16 e siamo riuscite anche a disputare le fasi nazionali e un anno ad arrivare seconde dietro soltanto al Villorba".

Allo Stadio Lanfranchi di Parma, dimora del rugby in rosa italiano e impianto delle Zebre, con la cui franchigia al femminile Mastrangelo ha sfidato le avversarie spagnole delle Iberians Sitges e delle Iberians Valencia tra gennaio e febbraio, l'onore e l'onere di giocare davanti al pubblico di casa.

Le Azzurrine, che si ritroveranno a Reggio Emilia a partire dal 2 luglio, affronteranno il 4 la Scozia, il 9 l'Irlanda per poi chiudere il 14 contro il Galles.

Due su tre di queste formazioni sono già state affrontate nel 2023 allo Stadio Tommaso Fattori di L'Aquila con doppio successo (10-7 sulla Scozia, 17-14 contro l'Irlanda) in quello che fu denominato Tri-Nations femminile under 20.

"Non so, comunque, quanto questa cosa voglia dire. Magari sarà in parte un punto a nostro favore, conoscendo un po' il gioco che fanno le varie nazioni, ma sia noi che le altre squadre saremo molto diverse, dato che ci saranno anche atlete del 2002 e 2005 e quindi obiettivamente non possiamo basarci su ciò è stato l'anno scorso. E poi ci sarà la sorpresa Galles, che non abbiamo ancora affrontato.

Per noi dev'essere soprattutto uno stimolo e un punto di partenza per provare a fare bene.

A L'Aquila ho sentito per la prima volta l'inno nazionale e con esso una ventata di orgoglio. Mi sono arrivate le emozioni un po' di tutti e la sensazione di ciò che stavamo facendo".

Con la speranza di poter imitare uno dei protagonisti delle Summer Series maschili, il suo mito Marcus Smith.

"E' un mediano creativo e che mi piace molto. A settembre, con alcune compagne di nazionale, siamo andate a Twickenham per vedere una partita della formazione femminile degli Harlequins, in cui giocava Silvia Turani, e a seguire c'era un incontro del team maschile.

In quell'occasione gli ho visto fare delle cose incredibili. Mi piacciono i giocatori che, per così dire, vanno fuori dagli schemi. Io stessa cerco di non essere troppo rigida e attaccata al piano, ma di giocare d'istinto e sulla base di quello che vedo davanti. Certo non credo di essere a quei livelli, ma dato che sono sui campi da rugby da tanto, penso che la visione di gioco possa essere uno dei miei punti di forza".

Si ringraziano per il materiale multimediale Nicole Mastrangelo e l'ufficio stampa della Federazione Italiana Rugby.