Dal 4 al 14 luglio sarà lo Stadio Lanfranchi di Parma, sempre più ormai casa del rugby azzurro femminile, ad ospitare la prima edizione delle neonate Women’s Summer Series under 20.
"Una novità assoluta, frutto di quello che è stato l'inizio dell'attività internazionale giovanile negli ultimi tre anni con i Festival under 18, che hanno rappresentato l'avvio di una costruzione delle prime rappresentative nazionali - ripensa Diego Saccà, responsabile tecnico delle nazionali giovanili femminili -. Negli ultimi anni, come selezione abbiamo affrontato un primo test casalingo con una sorta di Tre Nazioni assieme a Scozia ed Irlanda e alcuni test amichevoli con la Spagna under 21. Questo sarà il primo vero impegno che si concretizzerà per le ragazze nate nel 2004 e 2005".
Scozia e Irlanda che, assieme, al Galles, l'Italia ritroverà proprio nelle sfide di luglio in terra ducale.
"Siamo in primis felicissimi di poter ospitare questa competizione e di giocare in casa, dato che quasi tutti i grandi eventi come i Festival under 18 precedenti li abbiamo disputati fuori (in Scozia, Inghilterra e Galles rispettivamente, ndr) - continua il tecnico livornese laureato, tra le altre cose, in Giurisprudenza -. Conosciamo le squadre che andremo ad affrontare, ma sarà comunque un torneo ricco di incognite, anche per la formula particolare, con la possibilità di avere rientranti under 23 su richiesta di alcune federazioni, in caso di difficoltà nella profondità di copertura di determinati ruoli. Vanno considerati diversi punti a riguardo. Intanto il fatto che molte ragazze nei settori giovanili giocano a sette e quindi sono ai primi approcci con il rugby a quindici, e poi anche come la densità degli impegni delle nazionali femminili sia in costante aumento e quindi tenda a coinvolgere un sempre più ampio bacino di ragazze. Pensiamo ad esempio alle giocatrici del 2001 e 2002 che ormai già rientrano tra i profili delle nazionali maggiori".
Il rugby femminile, in effetti, sta conoscendo negli ultimi anni una crescita esponenziale.
Numeri record di seguito e tifosi nell'ultimo torneo Sei Nazioni vinto dall'Inghilterra, quasi tutte le formazioni principali che possono contare su atlete contrattualizzate - in Italia sono 24 -, la nascita di un nuovo torneo come il WXV (tra fine settembre ed ottobre le Azzurre saranno in Sudafrica contro le padrone di casa, la Scozia e la vincente dello spareggio a fine mese tra Galles e Spagna, dopo essere arrivate prime a pari merito, sconfitte dalla Scozia solo per differenza punti nel secondo gruppo lo scorso anno).
In Italia, attualmente, i dati parlano di circa 5mila tesserate, con un campionato che ha visto il trionfo non senza sorprese del Villorba di Alyssa D'Incà, votata miglior giocatrice della finale contro il Valsugana a Casale sul Sile con una doppietta personale, migliore del torneo e autrice della meta più bella dell'ultimo Sei Nazioni contro la Francia a Parigi.
DI ALYSSA D'INCA LA MIGLIORE META DEL SEI NAZIONI FEMMINILE 2024
E non mancano ulteriori sperimentazioni e novità, dalla possibilità di vedere una prima selezione dei British and Irish Lions al femminile, allo studio di fattibilità di un campionato europeo per club, mentre nel Bel Paese già hanno debuttato le prime selezioni delle due franchigie di Treviso e Zebre, impegnate contro le spagnole Iberians Sitges e Valencia.
Ora un ulteriore passo con le Summer Series femminili under 20.
"Per noi è un importante investimento nella costruzione di un percorso di sviluppo delle giocatrici e nell'ottica dell'avvicinamento alla nazionale seniores - continua l'ex giocatore di Livorno, Treviso, Viadana, Gran Parma e Capitolina, impegnato in questi giorni nel circuito a sette in Croazia -. Sarà un interessante banco di prova per aumentare la confidenza nelle attività internazionali delle ragazze e un qualcosa che prima appunto non c'era. Si tratta, dunque, di una buona possibilità a livello formativo per creare un vissuto alle atlete, anche se naturalmente è un qualcosa in via di sviluppo e che richiederà tempo".
Come si avvicinerà all'appuntamento la nazionale azzurra?
"Abbiamo avuto l'ultimo raduno ad inizio maggio e ce ne sarà un altro ad inizio luglio a Reggio Emilia prima di incominciare la kermesse e il nostro percorso. Durante la stagione - prosegue l'azzurro numero 552, che ha esordito in nazionale contro l'Irlanda nel 2003 -abbiamo effettuato diversi raduni collegiali di preparazione e poi a marzo c'è stato il Festival under 18, rilevante per quanto riguarda le rientranti degli ultimi mesi del 2005 anche in ottica under 20".
Festival under 18 che ha costituito pure un banco di prova interessante per alcune sperimentazioni, come l'introduzione del pallone di misura 4.5, circa il 3% più piccolo rispetto al maschile.
"Un aspetto che potenzialmente può aiutare a facilitare la continuità nel gioco e vedremo dopo i trials come verrà giudicato. Devo dire che non è stato semplice adattarsi, essendo le ragazze abituate a giocare con palloni di misura 5, soprattutto per quanto riguarda i lanci, ma anche nell'uso del piede".
Parlando ancora di crescita, l'Italia, che ha visto l'inserimento nel XV ideale dell'ultimo Women's Six Nations di Beatrice Rigoni ed Alyssa D'Incà, proverà nuovamente a partecipare alla prossima edizione della Coppa del Mondo in Inghilterra, dopo essere stata la prima nazionale ad accedere ai quarti di finale nell'ultima in Nuova Zelanda.
IL XV IDEALE DELL'ULTIMO SEI NAZIONI FEMMINILE
Attualmente nel nono spot del ranking mondiale, nel 2019 l'Italia ha centrato il secondo posto nel Championship, altrettanto il migliore di sempre per una selezione azzurra.
In un rugby che ha visto interessanti progressi al maschile (due vittorie e un pareggio) e nell'under 20 (primo successo esterno della manifestazione in Francia), ma anche la prima vittoria di sempre in Irlanda al femminile, lo stato di salute sembra promettere bene.
"Avere la possibilità di seguire tutto il percorso giovanile, mi dà una fotografia ampia del contesto - concorda Saccà -. Tra le esigenze principali che riscontro c'è sicuramente quella di avere per le ragazze una chance di potersi esprimere al meglio nel gioco a quindici, in particolare dove c'è la possibilità di anticiparlo diventa fondamentale per dar loro maggiore confidenza. Allargare il bacino generale, significa pure avere un numero più importante di ragazze che possono confrontarsi a livello internazionale e con profili sicuramente interessanti. I nostri obiettivi principali, quindi, non possono che essere il perseverare nel tentativo di aumentare i numeri delle giocatrici e riuscire ad incidere sulla possibilità per loro di avere una sorta di quotidianità maggiore rivolta ad un certo tipo di lavoro, per poi avere riscontri nei confronti con le altre squadre".
Quali, in definitiva, gli aspetti chiave delle ragazze azzurre che prenderanno parte alle Summer Series 2024?
"Al momento il nostro gruppo allargato che va dal 2005-2006 alle ragazze del 2002, vede circa 35 ragazze, in un range abbastanza ampio ma che per coerenza con il progetto non vogliamo allargare ulteriormente. Abbiamo una squadra con una buona confidenza offensiva e con profili individuali interessanti, anche se è naturale che ci sia, per così dire, una sorta di disomogeneità nel vissuto per differenza d'età ed è uno degli aspetti da lavorare, per consentire alle ragazze di avere un'esperienza che consenta loro di arrivare il più preparate possibile alla transizione con la nazionale seniores. Abbiamo una mischia consistente, che ci portiamo avanti dal tanto lavoro dall'under 18, con ragazze che si approcciavano al fondamentale anche per la prima volta, venendo da un circuito di rugby a sette. Ci sono molti aspetti poi, naturalmente, su cui dovremo continuare ad insistere, sia a livello collettivo che individuale".
Si ringrazia per il materiale fotografico l'ufficio stampa della Federazione Italiana Rugby.