Trevigiana, ex giocatrice di Red Panthers (con cui ha vinto 3 scudetti), Casale (2 Coppe Italia) e ora punto fermo del Villorba (un altro scudetto pre-Covid), Sara Barattin ha lasciato il rugby internazionale il 29 aprile 2023 allo Stadio Sergio Lanfranchi di Parma, scendendo in campo nell'ultimo match del Sei Nazioni contro il Galles.
Per lei un totale di 116 presenze che l'hanno inserita nel ristretto novero di giocatori che hanno superato quota 100 con la maglia della nazionale italiana e, ad oggi, risulta essere l'unica donna ad aver ottenuto un simile risultato, con una straordinaria carriera internazionale durata 18 anni, dall'esordio il 7 aprile 2005 in Coppa Europa vincendo 0-52 contro le padrone di casa della Germania ad Amburgo.
Allora giocava prevalentemente all'ala e a volte come estremo, poi un giorno accade che Valentina Schiavon non può partecipare ad una partita causa impegni di lavoro - sono ancora i tempi pioneristici del rugby femminile, quando le ragazze per giocare dovevano prendersi permessi o ferie e contare sulla tanta disponibilità ed indulgenza dei rispettivi titolari e datori -, mentre altre ragazze sono indisponibili o infortunate.
Viene allora provato l'esperimento di spostare Sara a numero 9 e da allora non ci sarebbe più stato un altro mediano.
Sabato a Cardiff, però, potrebbe non essere più così sola. Lucia Gai, giocatrice di prima linea in forza al Valsugana, potrebbe altrettanto coronare una carriera di 15 anni raggiungendo le 100 presenze.
"Voglio sperare che Lucia possa giocare e spero soprattutto anche come titolare, per poter dare il suo contributo e non fare soltanto una passerella - dice l'ex capitana delle Azzurre - . Avrà certamente l'obiettivo di far bene per provare a giocarsi fino all'ultimo le possibilità di arrivare al terzo posto. Tra amiche ed ex compagne ci stiamo organizzando per festeggiarla, poi certamente le manderò venerdì, il giorno prima della partita, un messaggio in privato".
Cento presenze sono un traguardo notevole. Sara Barattin è stata l'azzurra numero 113 - e per chi la conosce sembra quasi un numero ironico nel suo caso -, ha disputato due Coppe del Mondo, un record di 78 caps al Sei Nazioni e segnato in totale 15 mete.
"Cento presenze per Lucia sono, però, più impressionanti, se si considera il suo ruolo come pilone - continua Barattin -. Sono loro che fanno le vere battaglie davanti, mentre noi dietro muoviamo solo palla. Sono davvero contenta per lei, siamo cresciute assieme ed è un grande traguardo per cui non posso che essere fiera ed orgogliosa di Lucia. Poi, conoscendola, credo che in campo non penserà minimamente al traguardo raggiunto, ma sarà focalizzata esclusivamente sul match. Alla fine certo ci pensi, perché non è una cosa da poco o da sottovalutare, anzi significa che davvero hai messo tutta l'anima in questo sport e lei è sempre stata una grande lavoratrice. Quando abbiamo iniziato, poi, non eravamo legate a contratti e si giocavano si e no 5-7 partite l'anno quando andava bene, per cui indubbiamente abbiamo avuto delle carriere molto lunghe".
Il centesimo cap per Sara arrivò a Parma, allo Stadio Sergio Lanfranchi, da alcuni anni casa delle Azzurre, durante il match di qualificazione alla RWC contro l'Irlanda. Per Lucia, invece, il palcoscenico dovrebbe essere quello del Principality Stadium di Cardiff.
"Tanta roba giocare al Millenium, le è andata meglio - scherza e ride Sara -, però spero soprattutto che vada diversamente per il risultato. Io purtroppo quel giorno persi contro l'Irlanda, anche se fortunatamente grazie alla vittoria della Scozia poi riuscimmo comunque a qualificarci per la Coppa del Mondo. Spero per lei che arrivi la seconda vittoria al Principality Stadium. Io c'ero nella prima sconfitta a Cardiff, ma fortunatamente anche nel 2018 nella prima vittoria".
Impossibile non chiedere a Sara Barattin un ricordo di Lucia Gai.
"Non so in quante mischie non abbia pianto, ma forse era meglio non dirlo, perdonami Lucia - scherza la sempre solare e divertente leader del Villorba, di cui è anche inserita nello staff tecnico del settore giovanile -. Ho una miriade di ricordi legati a Lucia: non so quante volte in raduno le ho tagliato i capelli. Poi, chi la conosce, sa che lei ha una voce molto soave e in Italia per un po' c'è stato un periodo in cui andava di moda la cantante Arisa, che ha una voce altrettanto dolce, e quindi le facevamo cantare la sua canzone "Sincerità". Spesso siamo state compagne di stanza e in una di quelle occasioni mi aveva confessato di non avere mai segnato con la nazionale e fatalità proprio quel giorno marcò la sua prima meta".
Venendo, invece, più in generale al rugby e al prossimo impegno. Che Sei Nazioni ha visto quest'anno l'ex capitana azzurra?
"Sempre un bel torneo. Forse, e visto che l'affrontiamo sabato speriamo rimanga così, mi aspettavo di più dal Galles, date le cose positive mostrate invece lo scorso anno. Hanno comunque perso una giocatrice importante come Elinor Snowsill, esperta e in grado di dettare bene i tempi della linea arretrata".
Francia o Inghilterra per la vittoria finale?
"Inghilterra, anche se giocano a Bordeaux. La Francia quando gioca in casa è spinta dal pubblico e ha una marcia in più, però deve trovare ancora un po' di amalgama nel gioco. Per spirito e fisicità, l'Inghilterra è sempre a livelli incredibili. Sono, poi, contenta del ritorno di Mo Hunt, che negli ultimi anni non era stata sempre costante e aveva pure dovuto saltare il Mondiale e questo dimostra ulteriormente il bacino enorme che hanno a disposizione: davvero invidiabile. E poi quante nazioni possono permettersi di avere un pubblico di 48mila tifosi e di giocare a Twickenham, sono davvero da ammirare".
E l'Italia?
"Penso manchi ancora un po' di fluidità e continuità nel gioco. In alcune partite abbiamo regalato troppo possesso e territorio alle avversarie, mentre noi siamo una squadra che deve avere palla in mano, difendere per toppo tempo, dopo un po' accorcia inevitabilmente la coperta. Contro l'Irlanda, invece, siamo state brave a sfruttare le poche occasioni avute, ottenendo una vittoria importante".
Sta brillando ulteriormente - e non ci si attendeva nulla di diverso - la stella di Alyssa D'Incà, compagna di squadra di Sara Barattin con la maglia gialloblu del Villorba Rugby nella Marca trevigiana, squadra che si giocherà il titolo nell'ormai altrettanto classica (quasi un'Inghilterra-Francia versione italiana) finale per il titolo nazionale della Serie A Elite femminile con le "rivali storiche" del Valsugana Padova.
"Alyssa sta facendo un grande Sei Nazioni. Sta lavorando tanto sugli aspetti in cui doveva migliorare nel suo gioco e poi ha un motorino al posto delle gambe e non si riesce a starle dietro. Non so se sarà la mia erede, anche se ha iniziato come mediano di mischia, oggi gioca raramente in quella posizione e più da centro o ala, tuttavia è un'atleta in grado di fare male in qualsiasi ruolo e a qualsiasi squadra, grazie anche alle sue carattestiche fisiche. Se resta con i piedi per terra, può diventare davvero forte".