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GIOCHIAMO PER TUTTO IL MOVIMENTO FEMMINILE

raineri
"L'inizio del Sei Nazioni è sempre una sfida, trattandosi di una competizione così importante", parola del tecnico delle Azzurre, Giovanni Raineri.

Ma iniziare contro le detentrici del Grande Slam dell'Inghilterra, rappresenta una sfida nella sfida" - dice l'ex centro di Capitolina e Calvisano, subentrato lo scorso anno ad Andrea Di Giandomenico alla guida dell'Italia femminile.

Nonostante questo, secondo il quarantasettenne di Colleferro con 22 caps e 2 mete marcate in nazionale tra 1998 e 2003, prova a guardare il bicchiere mezzo pieno.

"Sono emozionato per noi. Abbiamo nuove atlete che partiranno nella prima partita di questa campagna contro la squadra più forte al mondo.

E' una grande occasione per tutti noi per capire di cos'è capace la generazione più giovane. Pensiamo a giocatrici come Francesca Granzotto, capace di giocare come mediano ma anche all'ala o come estremo, oppure Nicole Mastrangelo, anche lei in mediana, che ancora fa parte del gruppo under 20 e quindi vedremo come si comporterà durante il torneo".

Quando è approdato alla guida delle Azzurre, Raineri aveva già un pregresso di altre posizioni all'interno della Federazione, ma questo è forse il suo test più probante.

"Non avevo mai allenato una formazione femminile prima - conferma -. E' stato molto diverso rispetto a ciò a cui ero abituato ed era tutto nuovo, ma ho dovuto riuscire ad adattarmi il prima possibile.

Sono felice di averlo fatto perché, dalla mia prospettiva e nella mia educazione come allenatore, è importante continuare a crescere e poter fare nuove esperienze. Penso che lavorare nello sport femminile ti possa aiutare a completarti come tecnico".

E l'esperienza internazionale certo non gli manca. Per formarsi si era recato anche in Sudafrica. Con Western Province ha potuto beneficiare dell'esperienza e della conoscenza di alcuni dei nomi più prestigiosi della palla ovale Springbok, compresi i poi vincitori della Coppa del Mondo, Rassie Erasmus e Jacques Nienaber.

Ma a sorpresa, quando gli viene chiesto chi consideri la sua ispirazione come allenatore, il primo nome è quello di un ex compagno con gli Azzurri.

"Quando si parla di miglioramenti nel rugby italiano, penso a Marco Bortolami (attuale tecnico del Benetton Treviso, ndr). Penso sia davvero bravo e ogni anno vado a Treviso per qualche camp con lui e posso osservare vicino la qualità negli allenamenti e nello staff. In ogni squadra in cui ha giocato, in Italia, Francia e Inghilterra, è stato poi scelto come capitano, a testimonianza di quanto valga la sua leadership".

L'Italia si approccia a questa edizione del Guinness Women’s Six Nations dopo aver visto la formazione maschile terminare il torneo nel modo migliore con una vittoria convincente contro il Galles a Cardiff. Ironia della sorte, Raineri faceva parte dell'Italia che vinse per la prima volta contro il Galles nel Championship ventun'anni fa.

“E' un buon momento per il rugby italiano, ma tutto questo è frutto del lavoro tra tutte le componenti. Fa parte di un processo continuo e pertanto speriamo possano arrivare ulteriori risultati positivi. Vincere è il nostro obiettivo, ma ci si arriva tramite miglioramento e crescita: questa è la nostra mission. Non vogliamo soltanto aumentare il livello della nazionale, ma lavorare per tutto il movimento femminile del nostro Paese".

E per farlo, servono giocatrici e modelli di ragazze come Elisa Giordano, la capitana dell'Italia.

"Elisa è una grande atleta e una persona eccezionale - commenta Raineri, parlando della sua numero 8 -. E' il simbolo di ciò che è il rugby italiano femminile: lavora nella vita quotidiana, ma è anche in grado di esprimersi ai massimi livelli nella sua disciplina sportiva".

Italia-Inghilterra, sabato 24 marzo, ore 16:00 CET. Live su Sky Sport.