La partita decisiva del torneo, all'Aviva Stadium, inizia male fuori dal gioco per l'Irlanda, che perde prima del fischio d'inizio l'estremo Hugo Keenan, costringendo Andy Farrell a variare il suo XV senza modifiche rispetto alla sconfitta all'ultimo istante contro l'Inghilterra, mandando in campo dal primo minuto Jordan Larmour.
Inizia, poi, a serpeggiare la notizia - attualmente senza conferma ufficiale - della possibile uscita conclusiva in nazionale per capitan Peter O'Mahony, visibilmente commosso durante l'esecuzione degli inni.
La situazione non cambia più di tanto nemmeno sul terreno per la squadra in verde, che rischia dopo pochi minuti di subire la beffa ad opera del promettente terza linea Andy Christie, bravo a stoppare il calcio di liberazione di James Lowe all'interno dei ventidue, ma sfortunato nel rimbalzo dell'ovale che non gli consente il recupero, terminando la sua corsa in rimessa.
Gli ospiti riescono comunque a muovere il punteggio per primi, grazie ad un calcio piazzato del co-capitano Finn Russell, di fronte ad una formazione di casa che appare contratta e tesa.
La reazione di O'Mahony e compagni è affidata ai soliti noti, ma sfrutta soprattutto un clamoroso errore della squadra di Gregor Townsend.
Touche conquistata ai cinque metri da Tadhg Beirne - entrato in solitaria per il suo cinquantesimo cap internazionale -, stranamente non viene impostata la maul, bensì tentata una giocata alla chiusa per Dan Sheehan, che non riesce ad arrivare in bandierina, placcato fuori da una solida difesa scozzese.
La diretta conseguenza è un lancio, sempre ai cinque metri ma a parti invertite, che George Turner decide di giocare lungo in una ridotta, senza riuscire a trovare compagni in maglia blu, lasciando così il pallone planare facile tra le mani dello stesso Sheehan, che cambia angolo e segna la sua quinta meta nel torneo, raggiungendo in cima alla classifica di categoria Duhan van der Merwe.
Jack Crowley trasforma, e al 17', a sua volta dalla piazzola, Russell accorcia a -1, non imitato nel finale di tempo dall'omologo di Munster.
Senza ulteriori marcature, nonostante quasi quattro minuti di "recupero", il primo tempo si chiude, così, con un risicatissimo 7-6.
Nel secondo tempo l'Irlanda riparte arrembante, pur non riuscendo a trovare grandi spazi nella difesa del XV del cardo, che alla fine è costretta alla penalità, messa a segno da Crowley.
Continuano ad insistere i padroni di casa, che al 47' decidono di giocare un calcio di punizione ravvicinato, invece che andare per i pali.
Cariche di Sheehan ed Andrew Porter, finché al terzo tentativo Tadhg Furlong sfonda, perdendo però il possesso dell'ovale - come ravvisato dal TMO - e vedendo sfumare l'occasione propizia.
La ripresa sembra essere interamente appannaggio irlandese.
Sale in cattedra la mischia, guadagna una punizione che mette il team sul piede avanzante e dà il La all'azione successiva di Calvin Nash, al rientro dopo l'infortunio patito nei minuti iniziali a Twickenham e vicinissimo alla marcatura prima di venir placcato da Christie - probabilmente il migliore dei suoi - e perdere il pallone in avanti sul contatto.
L'Irlanda insiste nel voler giocare, invece che piazzare e prima dell'ora di gioco prova a marcare di nuovo con il drive e una serie di pick and go.
La difesa highlander continua a reggere, Jamison Gibson-Park (Player of the Match al termine) decide allora di allargare, ma l'ennesima opportunità viene dilapidata da un in avanti di Garry Ringrose, al debutto stagionale in nazionale.
E' comunque marea verde e gli ospiti non riescono quasi mai ad uscire dalla propria metà campo e sono spesso costretti a falli sistematici e tattici.
Il subentrato Cameron Redpath compie un gesto tecnico al limite del fantascientifico nel riuscire a tenere alto ed imbragare il pallone a Robbie Henshaw, che sembrava già lanciato verso la seconda meta.
Si torna su un vantaggio precedente, con tanto di cartellino giallo a Ewan Ashman, e la giocata stile loop di Ronan Kelleher stavolta premia Andrew Porter, uno dei protagonisti della prima stagione della serie Netflix, Six Nations: Full Contact.
L'orgoglio scozzese tarda a cedere e impone un importante turnover nei minuti conclusivi su maul avanzante irlandese.
La squadra di Farrell chiude l'incontro in quattordici per un cartellino giallo, con tanto di revisione bunker, ad Harry Byrne (testa contro testa su Russell) e la Scozia trova la meta da soluzione personale di Huw Jones, che rompe il placcaggio di Henshaw, sfugge a quelli di Caelan Doris e Josh van der Flier, siede James Lowe e vola al centro dei pali, confermando il suo ottimo torneo.
Gli ospiti sembrano indemoniati e provano il tutto per tutto per rovinare la festa al pubblico di Dublino e conquistare una Triplice Corona che manca dal 1990, ma perdono l'ultimo pallone dopo un buon break di Redpath.
James Lowe calcia sulle tribune, chiudendo lo scontro sul 17-13. Sulle ormai classiche note di Zombie, può iniziare il trionfo irish per il secondo titolo consecutivo conquistato nel Guinness Sei Nazioni.