C'è inevitabilmente delusione e voglia di reagire dopo la sconfitta pesante patita ad Udine contro l'Argentina all'interno dello spogliatoio azzurro.
Tra otto giorni, l'occasione di rifarsi e una partita da non sbagliare allo stadio Luigi Ferraris di Genova contro la Georgia, che da tempo spinge per avere un posto di rilievo nel panorama rugbistico internazionale e che due anni fa, tra le mura amiche, sconfisse proprio l'Italia.
“Queste sconfitte così larghe lasciano il segno, sono dolorose, ma oggi credo che il divario nel punteggio non traduca correttamente la differenza di livello tra le due squadre - commenta il tecnico Gonzalo Quesada -. L’Argentina è stata estremamente pragmatica, cinica, noi abbiamo commesso degli errori decisivi, indirizzando il match in un certo modo già nella fase iniziale".
Già prima dell'incontro, l'ex Stade Francais aveva sottolineato i rischi di un gruppo che non si trovava da tanto e aveva necessità di recuperare una sorta di proprio rodaggio.
"È vero che la squadra non giocava assieme da luglio e che non abbiamo avuto molto tempo per ritrovarci e lavorare in profondità: è chiaro che c’è bisogno di ricostruire certe dinamiche, i Pumas sono insieme da tre mesi, vengono da vittorie importanti nel Championship, e questo ha avuto un impatto notevole sul match - continua Quesada -. Adesso dovremo rientrare a Roma, per poi spostarci a Genova nei prossimi giorni: non la condizione ideale, ma tutto il nostro focus è sulla Georgia”.
Problemi fisici, ma soprattutto morale non dei migliori per il capitano Michele Lamaro. "Solo una piccola storta alla caviglia, nulla di serio - rassicura sulle sue condizioni il flanker -. Ora dobbiamo prepararci al meglio contro una squadra come la Georgia che contro di noi ha sempre molta fame, ripartendo da quello che il match di oggi ci lascia come coordinate generali. Sarà fondamentale recuperare fisicamente, ma soprattutto mentalmente, quell’unità del gruppo necessaria per scendere in campo a Marassi al massimo delle nostre possibilità”.
Strategia dei padroni di casa che non è sembrata pagare, giocando troppo a viso aperto contro dei Pumas dall'altissimo ritmo e con energia a non finire. “Nella revisione del match dobbiamo chiaramente analizzare la nostra strategia, l’Italia ha qualità e non è stata presunzione la volontà di tentare il gioco alla mano, però è vero che in alcuni passaggi avremmo dovuto alternare di più il gioco al piede - commenta di nuovo Gonzalo Quesada -. Ci lavoreremo, siamo consapevoli delle nostre qualità e del lavoro da fare”.
La sensazione, poi, è che siano mancati i palloni da poter gestire all'Italia, oltre che diverse occasioni in cui le cose non sono andate per il verso giusto. “Sul breakdown sono stati bravi loro a sporcare tanti palloni, ma c'è anche del demerito nostro nel non aver gestito meglio questa area del gioco - ribadisce Lamaro -. Anche con l’arbitro abbiamo sicuramente commesso l’errore di non rendere più evidenti alcuni loro atteggiamenti davvero al limite della legalità, cosa che probabilmente avrebbe trasformato dei turnover a loro favore in punizioni per noi”.
Concetto ulteriormente ribadito dal commissario tecnico. “Loro hanno deciso di mettere tantissima pressione in ogni punto di incontro, come ha detto Michele, colpa nostra non aver evidenziato alcuni loro atteggiamenti al limite. Chiaro che con le nuove regole sulle protezioni dei calci alti non siamo stati efficaci, questo aspetto va verificato e migliorato. 50 punti sono pesanti, ma proprio i Pumas hanno preso questa estate questa tariffa dagli All Blacks andando poi a giocare un grande match subito dopo contro l’Australia. Anche noi possiamo reagire allo stesso modo, questo gruppo ha le qualità per farlo”.